Basta con gruppi power fatti solo da armature e spadoni, di canzoni basate solo su ritornelli orecchiabili senza un minimo di sostanza, vi piacciono i Virgin Steele e simili? Allora questo album è quello che fa per voi.
Una vera opera metal, come dice il titolo stesso del concept, creata dalla mente di Tobias Sammet (Edguy) che ci ha messo più di un anno per registrare la prima parte di questo side-project; ha riunito il meglio del power/epic odierno e anche del passato e il tutto è un misto di fantasia e storia reale che crea un racconto difficile da riassumere, questo compito lo lascio al booklet che sicuramente farà un lavoro migliore del mio. In questo cd ritroviamo vecchie glorie del metal, per esempio un certo “Ernie” che risulta inconfondibile! E’ il grande Michael Kiske degli Helloween, oppure David Defeis (Virgin Steele), Kai Hansen (Helloween – Gamma Ray), senza dimenticare Grosskopf al basso, Richter alla chitarra, Holzwarth alla batteria e molti altri a cui è stata assegnata una parte in questa storia, vi rimando al riquadro in basso per tutti i particolari.

La prima traccia fa da preludio al racconto che inizia con la seconda traccia, la tirata Reach out for the Lights dove alla voce troviamo Sammet e Kiske e in sottofondo cori che ci accompagneranno per tutto il cd; canzone niente male.
Serpents in Paradise ci fa ascoltare Defeis alla voce e il suo inconfondibile “yaaahi” che tanto adoro! Ottima prova e bella canzone. Quindi un attimo di pausa con l’intermezzo di Malleus Malificarum per ritornare su ritmi sostenuti con il druido Ernie alla voce, che fa subito pensare a cosa avrebbe potuto fare se fosse rimasto in ambito metal dopo aver lasciato gli Helloween… Un’altra bella canzone che lascia presto il posto ai melodiosi flauti di Farewell, dove fa l’apparizione anche la bellissima voce di Sharon Den Adel.
Glory of Rome è l’unica canzone che mi annoia, comunque sufficiente ma non mi prende più di tanto purtroppo: l’inizio non è male ma il resto non mi piace per niente.
Di nuovo un attimo di riposo con In Nomine Patris che precende la title track Avantasia, beh che dire, proprio niente male, Sammet e Kiske la fanno proprio da padroni in questo album e anche molto bene. “We Are the Power Inside, We Bring your Fantasy, We are the Kingdom of Light and Dreams, Gnosis of life: Avantasia!”
Ancora una strumentale per poi passare alla inconfondibile voce di Matos (Angra), purtroppo la canzone non mi piace per niente, molto meglio la successiva, bella ed epica Sign of the Cross dove verso metà si trasforma in una canzone alla Gamma Ray e Hansen prende il microfono.
Il cd si chiude con The Tower che inizia con un assolo di piano dove al microfono troviamo Tolkki (Stratovarius), un’altra bella traccia che chiude degnamente quest’ottimo album.
Amanti del power-epic, se siete stufi di mediocri uscite discografiche che non vi soddisfano per niente e vi sembrano tutte uguali, dovete comprare per forza questo cd, non ve ne pentirete sicuramente. Buon ascolto in attesa della seconda ed ultima parte!

 

LINE UP:

Tobias Sammet – il novizio Gabriel
(nella traccia 2, 3, 5, 6, 7, 9, 11, 12 e 13)

Ernie – il druido Lugaid Vandroly
(nella traccia 2, 5, 6, 9, e 13)

David Defeis – il frate Jakob
(nella traccia 3 e 13)

Ralf Zdiarstek – baliff von Kronberg
(nella traccia 4 e 7)

Sharon Den Adel – Anna Held
(nella traccia 6)

Rob Rock – vescovo von Bicken
(nella traccia 7 e 12)

Oliver Hartmann – Papa Clemente IIX
(nella traccia 7, 12 e 13)

Andre
Matos – l’elfo Elderane
(nella traccia 11, 12 e 13)

Kai
Hansen – il nano Regrin
(nella traccia 11 e 12)

Timo Tolkki – voce The Tower
(nella traccia 13)

Henjo Richter
(chitarra)

Markus Grosskopf
(basso)

Alex Holzwarth
(batteria)

Tobias Sammet
(tastiera)

Norman Meiritz
(chitarra acustica nella traccia 6)

Frank Tischer
(piano nella traccia 11)

Jens Ludwig
(chitarra nella traccia 12 e 13)

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