“March of the Saint” arrivò, nel 1984, a coronare il cammino degli Armored Saint verso il proprio primo contratto discografico.
Amici sin dall’infanzia, John Bush, Joey Vera e Gonzo Sandoval (dopo una prima esperienza negli anni di scuola come Royal Decree) nel 1981 si unirono a Phil Sandoval, fratello di Gonzo, ed al suo amico Dave Prichard per dare vita ad una nuova band: fu così che nacquero gli Armored Saint.
In breve tempo, le esaltanti esibizioni live dei Saints nel circuito dei club di Los Angeles guadagnarono loro l’apparizione come traccia di apertura sul secondo volume della famosa compilation “Metal Massacre”, sulla quale figurano, fra gli altri, anche Overkill e Warlord.
La canzone prescelta, Lesson Well Learned, andò poi insieme a False Alarm e ad On The Way a far parte del primo omonimo EP della band, datato 1983.
Fu proprio questo EP ad attirare l’attenzione di diverse case discografiche, tra le quali la major Chrysalis. Proprio l’offerta di quest’ultima apparve alla giovane band come la più allettante: un grosso budget per la registrazione, da effettuare negli stessi studi di star come Supertramp e Barbra Streisand, più un contratto di distribuzione in tutto il mondo.
Purtroppo, la scelta si rivelò presto infelice: la Chrysalis infatti dimostrò di non avere la più pallida idea di come produrre e soprattutto promuovere un gruppo heavy metal, e questo si rifletté in una produzione inadeguata a ricreare il potente sound live della band nonché in un risultato piuttosto deludente a livello di vendite.
Un vero peccato, perché l’album è ottimo: nonostante alcune (rare) cadute di tono dovute alla giovane età, il disco si mantiene su livelli più che buoni per tutta la sua durata, toccando punte di eccellenza con brani come Take A Turn, Seducer, Stricken By Fate, la stessa March Of The Saint. Pur risultando forse il disco più “grezzo” di tutta la discografia (non che questo sia un male a priori), inoltre, “March of The Saint” offre già un guitar-work impressionante (opera soprattutto del compianto Dave Prichard, scomparso nel 1990 per leucemia) e delle ritmiche da headbanging inarrestabile, il tutto guidato da melodie molto personali e spesso insolite.
Buona la prova di un giovanissimo John Bush alla voce, viscerale ed aggressivo, ancora acerbo (migliorerà esponenzialmente già dal disco successivo) ma già perfetto per il sound della band.
Come non citare infine il tamarrissimo e spassoso video di Can U Deliver (reperibile attualmente sulla VHS/DVD “A Trip thru Red Times” o nell’edizione limitata dell’ultimo “Revelation”)? Un vero must!
Insomma, “March of the Saint” è un classico dell’heavy metal americano, il debutto di una di quelle band che definiscono un genere: un gruppo che ha sempre raccolto meno del dovuto, ma che decisamente merita di essere conosciuto (o ri-scoperto) da ogni metallaro che si rispetti.
Saints will conquer!