Iniziativa autocelebrativa della storica etichetta Southern Records che, per festeggiare a dovere il proprio ventesimo compleanno, ha deciso di lanciare una compilation che racchiude il meglio del proprio attuale roster. Titolo “strappa-sorrisi”, confezione laccata ed originale, booklet curato e, vista la caratuta della label, garanzia di qualità elevata. Tutto molto bello da vedere, ammirare ma, dato lo spirito prettamente “cerimoniale” che gli è stato conferito, con potenzialità di mercato volutamente basse. Pur non contenendo una sola frazione di brano che scenda sotto livelli qualitativi dignitosi, infatti, la compilation in questione, come valore intrinseco, racchiude preziosi ricordi e poco altro lanciando qualche inedito appetibile dalle sole gole di pochi malati collezionisti dell’indie.
L’inizio della tracklist è dei migliori. Si parte con il noise rock strumentale dei Darediablo che, con le progressioni d’organo di “Apache Chicken”, danno un ottimo benvenuto agli ascoltatori, adempiendo egregiamente al ruolo di apripista per le due band più blasonate previste in tracklist: Thight Phantomz e Karate. I primi, con la bellissima “Straned” (brano contenuto sul prossimo album), tessono le trame del loro solito godibilissimo hard rock dalle tinte moderne; i secondi, storici, con “Water” danno un ennesimo saggio di come segnare profondamente chi ascolta con temi magnificamente soffici e lievi. Superati gli ineffabili inediti strumentali dei Dianogah e degli Slow Loris si torna sui binari iniziali con i Tornavalanche. Nonostante la banalità del concetto espresso titolo, “Man, I Love The Beatles” (anche in tal caso appartenente alla prossima release) è un ottimo brano di mathrock dalle tinte nevrotiche e sorprendenti. Tra i duri temi noise dei Todd, le atmosfere fredde delle fisarmoniche e delle voci sovrapposte di Miss Murgatroid & Petra Haden ed il buon southern rock classico, accompagnato da sola chitarra acustica, di William Elliot Whitmore il disco giunge al termine così come era iniziato: con produzione spettacolare, brani autentici e suoni mai banali. Quelli che la Southern Records ha, con dedizione e professionalità, offerto per un lungo ventennio. Quelle stesse sonorità che oggi si è concessa il lusso di racchiudere nello stile, come da tradizione, sobrio ma efficiente delle appena quattromila copie messe a disposizione di chi vorrà far propria la memoria di questa raccolta.