In concomitanza con l’uscita di “Shadowmaker”, abbiamo scambiato due parole con il leader dei Running Wild, “Rock’n’Rolf” Kasparek, che ci spiega il perché del ritorno della band sulle scene.

La prima domanda è scontata: come mai vi siete riuniti appena dopo un paio d’anni dallo scioglimento?
Beh, in realtà avevamo molte richieste da parte delle case discografiche e dai nuovi fans per riregistrare i nostri vecchi classici ormai fuori catalogo. Mi sono reso conto che potevo fare di meglio e ho iniziato a comporre del nuovo materiale trovando nuovi stimoli. Quindi è cominciata la genesi di “Shadowmaker”.

Lo stile di “Shadowmaker” mi sembra distante dal vecchio sound dei Running Wild, mi sembra più orientato verso l’hard rock. Cosa ne pensi?
Non sono d’accoro. Credo ci siano gli elementi tipici dei Running Wild, specie degli ultimi dischi. Non amo guardare al passato e questo è lo stile attuale dei Running Wild, già presente da “Brotherhood” per esempio.

Anche la copertina è molto diversa dal passato, puoi dirmi qualcosa al riguardo?
Beh riguarda la titletrack. Quando abbiamo iniziato a comporre sapevamo che Shadomaker sarebbe stata la titletrack. Riguarda il concept della canzone, una profezia, la fine del mondo, qualcosa di biblico. Non è la solita copertina dei Running Wild effettivamente, ma voglio che guardi a quello che potrebbe essere il futuro della band. È appunto diversa dal passato, presenta elementi nuovi come per la versione limitata che ha la custodia completamente nera. Paradossalmente nel booklet ci sono molte illustrazioni.

Parlami dei testi: “Shadowmaker” è un concept album?
Anche in questo caso è differente dal passato. “Shadowmaker” è riferito al colore nero della copertina ma non è un concept album. I testi delle canzoni trattano di argomenti differenti e slegati l’uno dall’altro. In questo album ci sono canzoni più legate alla realtà e ad aspetti personali, come in I Am Who I Am.

Farete un video per uno dei nuovi brani?
Ne abbiamo parlato. Dovremmo fare qualcosa a fine maggio o inizio giugno. Probabilmente realizzeremo un video per Riding On The Tide, ma vedremo più avanti.

Dimmi qualcosa a proposito del tuo side-project Toxic Taste: è il tuo unico progetto al di fuori dei Running Wild?
Sì, anche il nostro chitarrista Peter Jordan è coinvolto in questo progetto. È un progetto nato per divertimento e per fare qualcosa di diverso. È più orientato verso l’hard rock e presenta anche elementi particolari come influenze country.

Mi pare che abbiate suonato in Italia solo una volta: si dice che la scenografia dei Running Wild sia troppo imponente per gli stage italiani. C’è un fondo di verità o sono solo chiacchiere?
No, sono solo chiacchiere. Credo sia principalmente una questione legata ai promoter. Inoltre i continui cambi di line-up ci hanno impedito di fare lunghi tour. Al momento dovremmo costituire una live-band per poter suonare ma credo se ne parlerà per il 2013 e principalmente per i festival estivi.

Il nuovo album è appena uscito ma cosa dobbiamo aspettarci dai Running Wild in futuro?
Beh innanzi tutto siamo qui con questo nuovo album, ma credo che “Shadowmaker” avrà un seguito.

Qual è il tuo album preferito dei Running Wild degli anni ’80 e dei ’90?
È difficile da dire… Ogni album è stato importante per il percorso artistico dei Running Wild. Amo tutti i nostri album, forse il mio preferito è “Blazon Stone”.

Voi siete dei leader della scena metal da anni. Cosa ne pensi della scena attuale e come pensi si possa evolvere?
Ascolto molti genere di musica, non solo heavy metal, e ci sono moltissime band oggi. Quando iniziammo la musica era molto originale: c’eravamo noi, gli Helloween e molte altre ottime band. Oggi ci sono molte band ma poche sono originali. Molte si rifanno troppo a un sound del passato, non ha molto senso.

Secondo te perché i Metallica anni fa criticarono lo stile dei Running Wild?
Noi abbiamo sempre fatto heavy metal, penso ai nostri primi dischi ma anche a “Shadowmaker”. Anche i Metallica inizialmente erano molto legati all’heavy metal, quindi onestamente non ho mai capito le loro critiche.

Ok Rolf, l’intervista è finita, grazie molte e un saluto da heavy-metal.it!
No problem, ciao!