A due anni di distanza dal precedente “Purification” album che, devo ammetterlo, avevo particolarmente apprezzato durante i suoi primi ascolti ma finito in seguito nel mio dimenticatoio personale, i danesi Anubis Gate tornano con un disco che spazza via il suo deludente predecessore.

“Andromeda unchained” è un album che fa il botto sin dal suo primo ascolto, un album dalle sonorità tipicamente power metal con brani veloci e diretti ma capaci di rivelarsi coinvolgenti e dannatamente intriganti grazie ad un songwriting maturo e ispirato. La frizzante e dinamica “Snowbound”, opener di questo nuovo album ne è senza dubbio la prova, nonostante conservi tutte le caratteristiche di una tipica canzone apripista, si rivela coinvolgente e nel suo complesso assolutamente perfetta sia nell’incedere sia nella melodia. Sarà forse la voce di Jacob Hansen, sostituto del dimissionario Torben Askholm, a rendere quest’album così particolare e coinvolgente, fatto sta che ”Andromeda Unchained” riesce a colpire dritto nel segno e lo fa in maniera sconvolgente con brani come “Wakin hour” o la splendida e più cadenzata title track che riescono a farsi ascoltare con una facilità estrema conquistando sin da subito l’attenzione. Arriva poi “Beyond redemption”, uno dei pezzi più complessi di “Andromeda unchained” che tra innesti elettronici e innesti acustici e melodici fa da apripista alla seguente “Resurrection time”, caratterizzato da una massiccia dose di synth e infarcito, ancora una volta, da ottime linee melodiche e vocali piuttosto alte ma non fastidiose o irritanti.
I restanti brani viaggiano infine sulle stesse coordinate musicali e stilistiche delle canzoni appena citate, tra continue accelerazioni ed improvvisi cambi di tempo che fanno di pezzi come la lunga suite “End of millenium road” o ancora “The white storm through my mind” delle autentica perle che rendono quest’album ancora più succulento.

In definitiva il combo danese riesce a dare una decisa sterzata al proprio songwriting componendo un platter che non deluderà gli amanti del power classico, nonostante la piccola presenza di spunti futuristici e moderni, e forse riuscirà a conquistare una discreta fetta di ragazzi che non adorano particolarmente questo genere. Un album semplice ma coinvolgente, un album potente e melodico. Con “Andromeda Unchained” gli Anubis Gate sono tornati alla grande; speriamo che anche in futuro si mantengano su questi livelli.

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