A volte è difficile recensire un disco. Questo lo è in particolar modo. L’artista che trovate accanto al nome dell’album è Andrew Gorczyca, autore scomparso nel 2004 a soli 40 anni e qui ricordato attraverso i suoi brani, lasciati incompiuti, dal fratello Chris, batterista, e da una serie di nomi più o meno noti della scena prog mondiale.
Le otto songs sono un solare AOR, che pare mostrarci quanto fosse limpida e cristallina la personalità dell’autore, ricordato da tutti gli amici come persona buona e simpatica oltre che follemente innamorata della musica. Musica che qui è estremamente ben suonata anche se non graffia mai, donando all’ascoltatore, meglio se appassionato del genere in questione, una buona quarantina di minuti di buona musica.
Purtroppo non si può dire che nulla esca dalle righe in senso positivo, poichè tutto è molto convenzionale e la novità resta fuori dalla porta.
La produzione certamente ha fatto un ottimo lavoro, creando intrecci tra le parti registrate dai vari artisti, donando otto tracce con una propria identità ben precisa e con un filo comune che le unisce quasi a voler ancora ricordare chi le ha composte.
Jazz, progressive, blues si mescolano, a volte in un eccesso di tecnica.
Purtroppo le song alla lunga stufano un po’, non andando a creare attimi di pathos o di musica degna di una particolare citazione, lasciando forse alla sola “From This Day Forward” il compito di svettare sulle altre.
Nonostante tutto però si lascia ascoltare con gusto, creando un’atmosfera di serenità attorno a chi ha le cuffie nelle orecchie, e mettendo in pace con se stessi e con il mondo intero gli ascoltatori.
Un disco che piacerà agli amanti del genere e stuferà un po’ tutti gli altri.
Per concludere un applauso a tutti coloro che hanno partecipato al progetto: penso che per un musicista sia il desiderio di una vita continuare a vivere attraverso le sue canzoni.

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