Al tempo delle varie Lita Ford, Aina, Lee Aaron e via dicendo non ci fu molto spazio per questo progetto capeggiato dalla bravissima Alexa e spalleggiato dal guru del settore Paul Sabu. L’album di debutto della band, di fatti, inizia a raccogliere i propri (e meritati) successi solo molto tempo dopo l’effettiva pubblicazione del lavoro, nel lontano 1989.

Grazie alle quotazioni molto elevate ottenute nel circuito del collezionismo ed alla sempre più crescente richiesta di ristampe dai fan del settore, “Alexa” torna finalmente a nuova luce grazie all’interessamento della MTM Classix (e di chi altri se no?), che ne ripropone una ristampa prettamente fedele alla versione originale con la sola (e gradita) aggiunta di una remasterizzazione totalmente digitale. L’hard rock di chiara matrice americana che caratterizza l’intero platter torna a far sognare quanti, al tempo, hanno assistito all’esplosione del genere, accompagnandolo sino alla lenta ed atroce agonia per merito del periodo grunge. Da qualche anno, però, l’hard rock melodico sembra riaver alzato la testa in maniera orgogliosa e la miriade di reunion più o meno famose e ristampe di vecchi classici del settore sembrano dirla lunga sull’effettivo stato di salute del mercato. Fatto sta che questo “Alexa” rispecchia in pieno il classico album con ambizioni da classifica, con tanto di hits vere e proprie (“Let It Rock” e l’iniziale “I Can’t Shake You” su tutti) a dettar legge in un contesto musicale comunque molto buono. Ottime le melodie, azzeccati gli arrangiamenti (Paul Sabu sempre una garanzia…) e squisitamente encomiabile la performance della bravissima Alexa, singer dotata di una timbrica piuttosto aggressiva e versatile.

Tanto hard rock d’annata dunque, giocato sull’apporto decisamente fondamentale della tastiera di Tommy Rude e su tutti quegli accorgimenti che hanno segnato il destino di un genere e di un’epoca musicale. Per tutti gli amanti dei vecchi classici…

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