Dopo un lungo periodo di inattività, tornano a produrre del materiale nuovo i Tulus, band attiva da oltre quindici anni e rimasta in stand by dal 1999 per la realizzazione del progetto Khold.

Gli artefici dello stesso, Sverre e Bergli, tornano ora a dar vita alla loro band originaria, omaggiata nel 2001 dalla raccolta “Cold Core Collection” ed ora fuori con il proprio quarto lavoro in studio, questo “Biography Obscene”.
Il sound della band norvegese è assolutamente personale, caratterizzato dai clichè di un black metal quadrato ed asfissiante e dalla compartecipazione di svariati strumenti inusuali per il genere come il violino, il sax, il piano e la tromba. A livello ritmico, “Biography Obscene” non presenta particolari accorgimenti cerebrali, tutto si svolge secondo i pesanti (ed avvolgenti) tempi medio/lenti che caratterizzano l’andamento generale di quasi tutti i brani. E’ innegabile, comunque, che i Tulus sappiano creare composizioni variegate e ricche di cambi di tempo, sempre arrangiate nel migliore dei modi e ricche di sfumature musicali che rendono l’ascolto dell’intero album molto fluido ed accattivante. La riuscita di brani come “Stories Untold”, semplicemente perfetta, e “Torches Quenched” la dice lunga sulla qualità di questo “Biography Obscene”, tra le altre cose primo disco della band ad essere cantato in lingua inglese. L’exploit dei pezzi poc’anzi citati si ripete, per fortuna nostra e dei Tulus, più e più volte all’interno del disco, assolutamente proclive ad ogni sorta di commistione tra accelerazioni repentine (ma controllate) e passaggi letteralmente ipnotici. Al tutto, poi, si aggiungono una produzione praticamente perfetta ed una voce terribilmente adatta al genere in esame, sicuramente una delle migliori in questo ambito.

I Khold, che molto hanno ereditato da questa ottima compagine, sono tuttora fermi e niente poteva rimpiazzare in maniera così riuscita il vuoto lasciato dalla band se non il nuovo lavoro dei redivivi Tulus.

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