I Trick or Treat sono una power metal band proveniente da Modena che da alcuni anni scorazzano per i locali della scena metal underground italiana portando in giro il loro personale tributo agli Helloween. Tra un concerto e l’altro questi cinque ragazzi registrano negli studi privati di Guido Benedetti, chitarrista della band, “Like Donald Duck” un breve quanto ottimo demo che dimostra fin dalle sue prime note l’amore che la band prova per il power metal di matrice tedesca. Inutile parlare d’originalità, la band non sa neanche che cosa sia; i Trick or Treat suonano il power metal più classico, l’happy metal con coroni orecchiabili, ritmiche velocissime, soli al fulmicotone e doppia cassa sempre presente. Per questo motivo mi piacciono tantissimo: finalmente una band che suona musica solo per divertirsi e per divertire senza pensare a dover inventare qualcosa d’innovativo. I Trick or Treat sono così…prendere o lasciare. Io prendo e ancora adesso, dopo settimane, continuo ad ascoltare “Like Donald Duck”! L’atmosfera allegra che regna all’interno della band s’intravede subito sin dalle prime note dell’opener “Joyful in sadness” brano veloce e diretto in pieno stile Helloween con un ottimo refrain che si va a piazzare sin da subito in testa e non se ne va più via. Splendida la prova di Alessandro Conti dietro al microfono che in molti frangenti ricorda Michael Kiske e questo mi stimola a proseguire l’ascolto sempre più incuriosito dalle reali potenzialità di questa giovane band. A confermare le mie aspettative ci pensa “Back as a pet” pezzo che potrebbe stare tranquillamente su un disco degli Zucche del periodo Andy Deris con un classico refrain in pieno stile happy metal, arioso e decisamente orecchiabile mentre il basso diventa il padrone assoluto di casa durante una strofa davvero accattivante e le chitarre si divertono a rincorrersi in un continuo andirivieni di soli tecnici. ben suonati e congeniati. Via ancora con “Perfect life” brano che vede la band alzare leggermente il piede dall’acceleratore in favore di ritmiche più cadenzate ma che in ogni caso mantengono vivo lo spirito power metal della canzone con riff orecchiabili e soli al fulmicotone mentre con la title track fa il suo ingresso in scena il simpatico papero di casa Disney. Sempre al centro di mille sfortunati eventi, Paperino è descritto dalla band in maniera egregia attraverso un brano che farà felici tutti gli amanti dell’“happy metal” più classico. Non me ne voglia la band, ma purtroppo il paragone con gli Helloween è d’obbligo, l’influenza della band tedesca trapela da ogni singola nota delle canzoni. Spero, tuttavia, che queste mie parole spingano i cinque modenesi a proseguire su questa strada e a continuare a sfornare musica divertente e allegra proprio per chi, come me, crede ancora nel power metal classico, quello più veloce e diretto, in poche parole “happy” ed “helloweeniano”.