Tornano i The Quill con questo loro nuovo lavoro per la Steamhammer/SPV e lo fanno confermando la direzione classica del loro sound e la vocazione totale al genere comunemente noto come stoner.
La formula e’ la stessa dei loro precedenti lavori, l’elemento caratterizzante rimane la voce si Magnus Ekvall, una timbrica particolare e riconoscibile. Il disco inizia con “Spinning Around” un brano che pare uscito da un lavoro dei seminali Trouble, la matrice e’ sempre la stessa comunque, una mistura fra grandi del passato (Black Sabbath e Led Zeppelin su tutti) e commistioni con quanto fatto sentire piu’ recentemente da act quali i Soundgarden. Il brano e’ piacevole e ben strutturato, come del resto i successivi “Nothing Ever Changes” e “Come What May”. Il vero rischio che corrono dischi come questo dei The Quill e’ sempre lo stesso, quello di incorrere nella ripetitivita’ e di annoiare.
Il disco continua senza grandi sussulti e senza particolari cadute di tono, fra le altre si distinguono “Hammerhead”, dalle tonalità più tranquille e rilassate, e “Because I’m God”. Quindi questo “Hooray! It’s A Deathtrip” va ad affiancarsi agli altri lavori della band senza aggiungere molto ma senza neppure essere un disco insufficiente, l’unica cosa che lascia perplessi e’ la totale immobilità della band, fedele si a se stessa, ma anche pericolosamente immobile nelle sue soluzioni e vicina al pericolo di cui parlavo prima, senza peraltro esserne ancora vittima.
“Hooray!…” e’ un buon disco, suonato in modo consono al genere proposto, con alcuni brani che spiccano e con una qualità generale sufficiente ma non tale da permettere al disco di innalzarsi sulla media delle proposte simili che affollano attualmente il mercato discografico.
Se conoscete i The Quill e li apprezzate non avrete spiacevoli sorprese da questo lavoro, se invece cercate un disco che tratti questo genere avete anche molte altre soluzioni di cui tener conto, in questo caso il solito consiglio di dare un ascolto al disco prima di acquistarlo diventa obbligatorio, dal canto mio posso dirvi che e’ un lavoro più che sufficiente ma senza grosse qualità da mettere in mostra.

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