Gran bella sorpresa questi ragazzi polacchi! Da una nazione dalla quale raramente ci arriva della musica giunge questo bel dischetto, un album rock con influenze prog e tanta atmosfera. Gia’, rock, perche’ nonostante tutto (compresi i suggerimenti del flyer) non definirei prog un lavoro di questo tipo. Certo, ci sono dei momenti che si potrebbero ben definire cosi’ (penso soprattutto a “Reality Dream I” e a “Reality Dream II”), tuttavia non si pensi al classico gruppo che si ispira ai Dream Theater, perche’ qua si respira un’aria diversa. Certo, c’e’ la tecnica, ci sono tanti elementi tipici del prog metal, tuttavia l’emozionalita’ sembra essere un elemento tenuto bene in considerazione dalla band, che spesso mette in secondo piano quegli elementi prog di cui si parlava.
“In two minds” (ma potevo citare anche “I Believe”) e’ il perfetto esempio di questo, una canzone bellissima che richiama i Pink Floyd e gli Anathema (e lo so che gli Anathema sono molto influenzati dai Pink Floyd, per cui l’associazione potrebbe sembrare banale, tuttavia il cantato qua e’ palesemente ispirato a quello di Vincent Cavanagh!), una composizione dove i cambi di tempo e le partiture intricate lasciano spazio a melodie delicate e ad atmosfere sussurate. Che poi “Out Of Myself” non e’ un disco tutto tranquillo, ci sono pezzi come “Loose Heart” che si aprono a parti piu’ energetiche e rabbiose o brani come la title track che risultano molto inquieti, come se sotto un’apparente atmosfera serena si nascondesse la ricerca febbrile di qualcosa che non si trova. E poi si potrebbe parlare anche di altre influenze, i Porcupine Tree per esempio (nelle note allegate al cd vengono citati anche gli Opeth, ma sinceramente tra questi solchi loro non ce li ho trovato mica tanto…), pero’ accusarli di riproporre la musica di altri sarebbe fare un torto ai Riverside, che invece si dimostrano personali e gia’ parecchio maturi. E se ancora non vi siete convinti pensate che persino l’opener del disco, un brano di piu’ di 12 minuti, scorre abbastanza bene senza annoiare, non mi pare una cosa da poco (soprattutto considerando che i momenti di stanca durante tutti i 50 e passa minuti di disco non sono poi tanti)…

Insomma, se cercate qualcosa di nuovo, se non disdegnate un lavoro che ad una spruzzata di prog mischia tanta atmosfera e feeling, se vi piacciono gli album che dipingono tranquilli paesaggi sonici su cui ogni tanto soffia un vento piu’ energetico, allora potreste dare un’ascoltata a questo misto di rock alternativo, prog, metal e persino psichedelia. Insomma, come dicevo all’inizio “Out Of Myself” e’ proprio una bella sorpresa, inoltre ho la sensazione che i Riverside possano crescere ancora…

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