Dopo la mezza delusione di ‘Generations’ e l’innesto in line-up di uno sconosciuto Arnel Pineda al posto dell’esperto Steve Augeri sul futuro dei leggendari Journey si rincorrevano voci poco incoraggianti. Poi esce questo ‘Revelation’ e la band americana si riscatta alla grande con un prodotto che torna a scaldare i cuori di tutti coloro che vedono nei vecchi lavori come ‘Escape’, ‘Frontiers’ e ‘Trial By Fire’ i punti più alti di una carriera discografica immensa. La sorpresa maggiore, però, riguarda la prestazione del filippino Pineda, vero e proprio epigono dell’indimenticato e storico Steve Perry: scoperto da Neal Schon direttamente sul web, Arnel rappresenta l’arma in più di questo lavoro e permette ai Journey di tornare a rispolverare le vecchie e affascinanti sonorità che ne caratterizzavano i lavori negli anni ’80. L’operazione di revival riesce in pieno e, complice un prodotto comunque molto solido a livello di songwriting, i nostri tornano a produrre un CD di alto livello e ricco di grandi composizioni e melodie. ‘Where Did I Lose Your Love’, ‘Change For The Better’ e la sentita e melodica ‘After All These Years’ sono solo alcuni dei brani più rappresentativi di questo ‘Revelation’, tasselli fondamentali di un lavoro che lavora ai fianchi l’ascoltatore per quasi un’ora ininterrotta di ottima musica. I Journey sbagliano davvero poco in questo lavoro e il loro AOR melodico torna a ricordare i fasti di una passato memorabile, anche quando la seconda parte del CD incrementa la propria componente romantica e la classe di Schon si disperde tra soluzioni melodiche e arrangiamenti mielosi. Per il resto ‘Revelation’ ci consegna una compagine di nuovo in palla e una manciata di brani che segneranno le future set list della band in sede live…

L’operazione nostalgia si chiude con la versione doppio-CD prevista dalla Frontiers, in cui tutti i classici della band vengono reinterpretati dal sorprendente Pineda e ri-registrati per l’occasione dagli americani.

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