Dopo Italia e Spagna, un’altra nazione del sud Europa si affaccia alla ribalta del mercato europeo con un gruppo, i greci InnerWish, dediti ad un classico power metal melodico; ma se effettivamente i migliori portabandiera della penisola ellenica sono questi, non sembrerebbe esserci granchè di straordinario. Questo perchè il platter degli InnerWish, nonostante i numerosi ascolti, non mi ha mai davvero convinto appieno, anche se non è certamente un disco da buttare.

L’opener “Dancer of the Storm” è davvero notevole, ad esempio, ed è senza ombra di dubbio la traccia migliore di tutto il disco: diretta, incisiva, con atmosfere cupe che mi hanno richiamato alla mente i mai troppo elogiati Angel Dust, questo brano si fa ascoltare numerose volte senza stancare mai. Ma purtroppo, come già accennato, è l’unica traccia che riesce ad elevarsi sopra la calma piatta di canzoni suonate bene, cantate bene, prodotte bene, ma senza un grammo di personalità, senza quella melodia o quell’assolo che te la imprime bene nella testa e te la fa ricordare anche a distanza di tempo (e, perchè no, ti fa venire voglia di rimettere su il disco dopo mesi).
Probabilmente l’unico altro pezzo che riesce a tenere compagnia all’ottima opener è “Hold On”, con un ritornello discreto e particolare e con un passaggio soft che la distingue in positivo.
Eppure Babis alla voce non è un brutto cantante, è energico, grintoso e non fastidioso o esagerato con gli acuti, il suono della band in generale è più oscuro della classica band tedesca/nordica dedita al cloning degli Helloween, eppure…

A proposito dell'autore

Post correlati