Electro dark, chitarroni metal e cantato abrasivo derivante dal black: una miscela che non è più originale, ma che agli Herrschaft è riuscita decisamente bene. Sebbene siano ormai parecchie le band che si sono cimentate in questo genere (non mi pare più il caso di parlare di sperimentazione), non è tuttavia accaduto tanto spesso che la miscela sia risultata tanto equilibrata. Durante l’ascolto di “Tesla” si rimane infatti costantemente in bilico tra il mondo metal e quello electro, tanto che non si sa mai se farsi prendere dalla voglia di sculettare o di fare headbanging (sebbene la componente danzereccia sia, alla fine, quella prevalente). L’immaginario della band è anch’esso non esattamente originale, tuttavia è adeguato alla musica: l’album è infatti un concept basato su una distopia di un mondo futuro magnifico ed evoluto dominato dai “grandi architetti” (descritto nella prima metà del disco) che ovviamente ad un certo punto decade e finisce per autodistruggersi (seconda metà del lavoro). Anche la produzione, “futuristica” quanto basta, è quanto di meglio ci possa essere per il sound proposto.
“Tesla” è quindi un disco assolutamente non rivoluzionario ma molto ben fatto, credo che gli amanti di questo tipo di sonorità non solo lo apprezzeranno, ma si segneranno anche gli Herrschaft come una realtà da seguire con attenzione per il futuro.