In origine questa intervista avrebbe dovuto svolgersi dal vivo in occasione del concerto tenuto dagli Headline a Milano il 25 ottobre di supporto ai Symphony X, tuttavia causa traffico e causa… “incomprensioni” con la crew del locale, il tutto è saltato.
Fortunatamente pero’ abbiamo avuto l’occasione di recuperare il tutto via telefono pochi giorni dopo: quella che segue è la piacevole chiacchierata tenuta con il chitarrista del gruppo, Didier.
Buona lettura!
Il tour con i Symphony X è appena terminato, quali sono le tue impressioni dopo questa serie di concerti, ed in particolare che ricordi hai della data milanese?
Positivi, senza dubbio! Il pubblico italiano poi è stato ottimo, nonostante non ci conoscessero molto (poichè i nostri dischi non sono ancora distribuiti in Italia) la risposta è stata buona, hanno cantato, battuto le mani… decisamente un buon pubblico!
Parliamo del nuovo disco, “Duality”: siete soddisfatti del risultato ottenuto? E, a proposito, perchè questo titolo, cosa sta a significare?“Duality” si riferisce in primo luogo alle sensazioni, ai pensieri dei musicisti: durante le registrazioni eravamo tutti in un periodo molto impegnativo, sia a livello personale che a livello di musica, lavorativo. “Duality” inoltre è anche riferito ai testi, poichè tutti posseggono una specie di doppia “chiave di lettura”, e parlano di contraddizioni, se vogliamo.
Ad esempio “Bereft of Sky” è un brano che parla degli handicap, della disabilità: Sylvie ha “romanzato” un po’ la cosa e nel testo si ritrova a dovere scegliere quale dei sensi perdere, e a chiedersi quale per lei sia il piu’ importante.
Proprio quando sceglie che l’unico senso che desidera tenere ad ogni costo è l’udito, viene citata la sonata di Beethoven: proprio perchè Beethoven era sordo, eppure è diventato un compositore eccelso.
Qui sta un po’ la contraddizione, fra coloro che hanno degli handicap ma combattono per vivere e per realizzare dei progetti, e fra noialtri che abbiamo tutti i sensi ma che, spesso, non ci rendiamo conto del dono che abbiamo e ce ne stiamo con le mani in mano. Ecco perchè “Duality”.
Per quanto riguarda il sound, la registrazione ed il risultato musicale finale, mi posso dire decisamente soddisfatto! Nei due dischi precedenti avevamo collaborato con un produttore esterno alla band, ma il risultato non ci aveva mai convinto appieno: il sound era troppo “compresso”, effettato, snaturato. In questo nuovo disco, invece, mi sono occupato io della produzione, ed abbiamo scelto di usare suoni “reali”, una vera batteria senza nessun trigger, suoni molto meno compressi ed artificiali, eccetera… (così si parla! ndr)
Questo è stato il motivo principale per il quale abbiamo deciso di cambiare, ed il risultato finale stavolta ci soddisfa pienamente!
I miei pezzi preferiti, dovendo scegliere, sono “For Those Who Die”, “Bereft of Sky”, “Insanity” e… “Farewell”. Ora che ci faccio caso sono alcuni dei pezzi più melodici del disco. Ma quali sono le canzoni che più piacciono a TE? So che è una domanda un po’ difficile…
(ride) Beh, si, non è facile… Quando scrivi delle canzoni, le ami tutte per qualche motivo. Per il messaggio contenuto, direi senza dubbio “Bereft of Sky”. Dietro questa canzone c’è anche una storia: eravamo in tour per promuovere il nostro secondo album “Voices of Presence”, e durante un concerto ad un certo punto vedemmo un qualcosa con delle ruote muoversi in mezzo al pubblico, proprio nel bel mezzo della gente che si muoveva, saltava e si spingeva… Sul momento non capimmo cosa fosse, e fummo stupiti, ma non come quando alla fine del concerto si presentò presso il backstage un ragazzo in sedia a rotelle, che tutto contento ci disse che si era divertito un sacco, ed aveva anche ballato! Non potemmo evitare di chiedergli “Ma come puoi ballare, su una sedia a rotelle?”. E lui, senza scomporsi, ce lo mostrò, sollevandosi su due ruote e muovendosi di qui e di là! Ed era questo che avevamo visto dal palco… La cosa ci impressiono’, e fummo molto toccati dal pensiero che la nostra musica potesse aiutare questo ragazzo, che aveva perso una gamba in un incidente motociclistico, a dimenticare per un po’ le proprie difficoltà.
Rimamendo in tema, come nasce una canzone degli Headline? Questa storia che mi hai raccontato ne è un ottimo esempio… Ma in generale da dove arriva l’ispirazione?
Esatto, per “Bereft of Sky” l’ispirazione è venuta proprio da quell’episodio, unito al mio amore per Beethoven… In generale invece l’ispirazione, beh, puo’ venire da moltissime cose, dalla musica, da un testo… Ad esempio nella trilogia presente su “Voices of Presence” Sylvie voleva parlare degli angeli custodi, così per comporre la musica sono partito da quell’idea. In generale poi ci troviamo a suonare insieme, anche solo in due o tre, e tiriamo fuori degli spunti dai quali poi cerchiamo di sviluppare tutti insieme delle vere canzoni. Dipende molto dalle situazioni!
Quali sono secondo te gli aspetti che più caratterizzano il vostro sound?
Mah, fondamentalmente quando suoniamo cerchiamo di esprimere delle emozioni, degli stati d’animo, e per raggiungere questo obiettivo cerchiamo di avere una certa varietà: per questo abbiamo una cantante donna, che puo’ dare una prospettiva diversa alla musica, per questo oltre ai pezzi heavy abbiamo registrato anche brani acustici, abbiamo inserito a volte violoncelli, partiture irlandesi… Un gran numero di cose, e tutto dipende proprio dal concetto che vogliamo esprimere con la canzone.
Personalmente trovo che la forma piuttosto “diretta” delle vostre canzoni, dai decisi richiami al metal classico anni 80, sia un punto a vostro favore. Un qualcosa che vi consente di uscire dalla pericolosa classificazione nel genere “prog-metal”, in mezzo a tutti i cloni dei Dream Theater…
Sì. Senza contare che, quando avevamo iniziato a suonare come Headline, nel 1994, i Dream Theater in Francia erano quasi degli sconosciuti e noi inoltre suonavamo metal melodico, un genere che in quegli anni, dove andavano di moda i Nirvana e i gruppi di quel tipo, non “tirava” molto…
Dovendo citare un gruppo al quale ci ispiriamo, direi senza dubbio i Queensryche, invece: anche noi cerchiamo di illustrare situazioni e sentimenti nelle nostre canzoni, inserendo anche parti strumentali ma non per il mero gusto di infilare assoli dovunque! (ride) Forse è anche per questo che abbiamo un buon successo in Francia ed iniziamo a destare interesse all’estero, perchè anche chi non è appassionato di “prog-metal” puo’ avvicinarsi alla nostra musica senza essere scoraggiato da lunghe (e in alcuni casi inutili) parti strumentali che possono essere indigeste.
Già, è anche una delle cose che io ho più apprezzato, proprio il metodo di composizione più “song oriented”. Benissimo…ora una curiosità personale: tutti voi, vivete di musica? Non per altro, ma perchè bene o male è il sogno di ogni musicista!
(risate) Si, lo è indubbiamente! Noi siamo fortunati e riusciamo a non dover avere un altro lavoro… Solo Sylvie lavora ancora part-time: già prima degli Headline lavorava nella ricerca scientifica e matematica, e siccome è un lavoro che ama molto non se l’è sentita di abbandonarlo del tutto. Inoltre è un impiego piuttosto flessibile che le consente di portare avanti anche la band senza troppi problemi. Ovviamente non viviamo dei soli Headline, ma tutti noi abbiamo altri progetti e altri impieghi sempre nel mondo della musica: Eymeric e Christophe lavorano spesso come turnisti, io personalmente ho uno studio di registrazione in Francia e lavoro come produttore per alcune band… Che dire, è effettivamente splendido guadagnarsi da vivere facendo la cosa che più ami, musica tutti i giorni!
E dimmi, com’è attualmente la scena metal in Francia?
Le cose stanno iniziando a muoversi. All’inizio le cose non erano così “dinamiche” come lo sono oggi, perchè c’erano sì delle bands valide ma aspettavano tutte il “contratto miracoloso” che gli desse tanti soldi, grandi palchi, grandi mezzi e via dicendo. Ora la filosofia è un po’ diversa: inoltre credo che le cose stiano migliorando anche grazie ai nostri vicini. Nei paesi confinanti come Germania e Italia la scena è decisamente più florida, e questo è stimolante per le bands del nostro paese: “se lo possono fare loro, perchè non possiamo farlo anche noi qui in Francia?”.
Come detto quindi le cose stanno migliorando, anche se ancora non ci sono molte bands di successo all’estero, con un buon contratto e una buona distribuzione internazionale. E’ da dire inoltre che molti si accontentano del mercato interno francese, che è comunque un mercato discretamente grande. Mentre per i piccoli paesi come ad esempio Lussemburgo il cantare in inglese è quasi una necessità, in Francia spesso le stesse case discografiche si ritrovano a dire agli artisti “ma perchè volete cantare in inglese, perchè non puntate sul mercato interno e non cantate nella vostra lingua?”.
Comunque sia ti dirò che ormai non è più strano trovare metal bands nella top 100 di vendite francese: se fino a qualche anno fa soltanto i grandissimi nomi riuscivano ad entrarvi, ora si possono trovare anche band come che so, Moonspell, Lacuna Coil, gli stessi Headline… magari non a lungo ma ormai sono traguardi “normali”.
…il che forse è in parte riconducibile al timido “comeback” delle sonorità rock che c’è negli ultimi tempi, sei d’accordo?
Sì, sì, anche in Francia ho notato che persino i cantanti pop, che fino a pochissimo tempo fa si affidavano a drum machines e suoni elettronici, ora iniziano ad usare di nuovo un vero suono di batteria, delle chitarre… Non so in Italia, ma qui le cose stanno cambiando man mano, come è successo ad esempio in Germania.
Beh, in Italia le cose stanno cambiando molto piu’ lentamente… A dire la verità, io credo che una vera cultura rock in Italia non sia mai esistita, quindi va da sè che le sonorità di quel tipo facciano fatica ad attecchire…
Si, ho notato anche io che la musica italiana è in grandissima parte pop con una voce forte in primissimo piano, e la musica come accompagnamento…
Rimanendo vagamente in tema… Ci sono artisti non necessariamente metal che ammiri e stimi particolarmente?
(ride) Ah, un sacco! Mi piace molto Peter Gabriel, amo le colonne sonore dei film, le vecchie band prog, Genesis e Yes in primis… nel metal mi piacciono i Pain of Salvation, i primi Dream Theater (Images & Words è splendido… mentre gli ultimi sono un po’ troppo “dimostrativi” per i miei gusti), i Queensryche… potrei andare avanti un’ora!!!! E’ un grande mix, ascolto molti tipi di musica diversi…ed anche nella band poi è un incontro di gusti differenti: Sylvie adora i Pink Floyd ed i Queensryche, Cristophe ascolta tanto Jazz e ama i Toto, Aymeric anche, mentre il nostro batterista è più nella musica estrema, dai Cannibal Corpse in poi! (ride)
E’ un incontro di gusti stimolante anche a livello creativo.
Torniamo ora a parlare del nuovo disco: vorrei farvi i complimenti per il video di “Exorcise Me” che è presente sul bonus-disc, ed anche per il simpatico “making of”!
Ah ah, si… sono io quello che dorme sul tavolo!! (risate)
Dove avete girato il video, quanto tempo ci è voluto, e come è stata la lavorazione?
Beh, per noi è stata una grande esperienza! Avevamo già girato un video in occasione del secondo album “Voices of Presence”: in quell’occasione fu quasi un caso, dato che fu una compagnia di nostri amici che lavoravano come stuntmen (e che avevamo conosciuto quando la band era agli inizi e suonavamo durante le vacanze nei club turistici!) a proporci di girare un videoclip con loro.
Fu molto eccitante, con tanti combattimenti, scene d’azione… purtroppo fu come detto una cosa “improvvisata” ed il video fu pronto quando la promozione per il disco era già stata avviata.
Con questo nuovo video abbiamo cercato di gestire meglio i tempi, e l’abbiamo girato prima dell’uscita dell’album. E’ stato filmato nel sud della Francia, vicino a Tolone: abbiamo scritto la storia basandoci sul testo della canzone e romanzandolo un po’… lavorare con gli animali poi è stato fantastico! Abbiamo persino vinto il premio per il migliore videoclip su MCM TV in Francia…siamo felicissimi del risultato, decisamente!
Esiste una band con la quale vi piacerebbe particolarmente suonare, un giorno?
Beh…qui viene fuori il fan che c’è dentro di me e ti rispondo “sicuramente i Queensryche”! (ride) Non abbiamo mai suonato con loro ma li abbiamo incontrati una volta, in occasione del disco “The Loudest Times: 80’s Metal – An 80’s Metal Tribute” dove noi coverizzammo “Silent Lucidity”. E’ stato grandioso!
Io e Sylvie abbiamo anche incontrato Rob Halford per un motivo simile, dato che sul nostro secondo album c’è una sua cover… insomma, quando si fanno discorsi di questo tipo viene fuori il vero fan che non muore mai!! (ride)
Eheheh…beh, vedo che il tempo a nostra disposizione sta per terminare…ancora un’ultima, obbligatoria, domanda: quali sono i vostri progetti per il futuro?
Dunque, siamo appena tornati dal tour ma già abbiamo uno show programmato in Francia insieme agli After Forever, abbiamo in calendario alcuni festivals, andremo in Belgio per alcuni concerti anche là e poi con l’anno nuovo torneremo in studio per iniziare a lavorare sul nuovo album!
Per l’estate 2004 poi credo parteciperemo a diversi festivals, ma ancora non so dirti con precisione…
Tornerete a suonare anche in Italia?
Lo spero! Questa volta è stato bello, ma un giorno è troppo breve!!
Fra l’altro dopo il concerto siamo andati tutti al ristorante, e praticamente abbiamo finito per mangiare fin quasi a scoppiare!! (ride) Lo chef, una volta scoperto che eravamo francesi, ci ha detto “ah, benissimo! allora voglio mostrarvi tutte le delizie che ci sono qui in Italia!”
E vai di pizza, pasta, carne, e un sacco di altre cose… ogni volta dicevamo “ok, ora abbiamo finito…” e invece lui tornava ogni volta con una portata diversa!! (risate)
Meno male che abbiamo mangiato dopo il concerto… Altrimenti sarebbe stato assolutamente impossibile suonare, eheheh
Ahahah! Ok…è giunto il momento di salutarci: ti ringrazio del tempo dedicatoci, e ti faccio i miei migliori auguri per il futuro della band! A presto!
Grazie a voi! Alla prossima!