Considerati tra i pionieri del genere “progressive metal” la band americana ha vissuto due periodi sonici distinti; partendo nel 1983-1984 da una base musicale che miscelava il metal classico al power metal, nel 1986 cambiarono pelle con (all’epoca fu un fulmine a ciel sereno) uno degli album più importanti del panorama progressivo: “Awaken The Guardian”.
..e da “AtG” ne è passato di tempo, il gruppo è maturato molto, come molte sono le influenze che hanno “contagiato” il suono degli attuali Fates Warning; quest’ultimo parto dei quattro musicisti americani lo testimonia: l’uso dell’effettistica ad esempio, presente ma non opprimente o ripetitiva (come poteva esserla nel precedente “Disconnected”), dà una giusta, genuinamente moderna sfumatura sonica alle composizioni. Neanche a dirlo la produzione è pulitissima, cristallina direi; la migliore che la band abbia mai avuto.
Passando all’aspetto meno tecnico di “FWX” posso dire che tre sono le parole-chiave per descriverlo: imperdibile, trascinante, emozionante.. penso che calzino alla perfezione e che colgano perfettamente l’essenza della decima bellissima creazione della band.
Sono rimasto davvero basito al primo ascolto dell’album.. si sa che il combo americano guidato da Jim Matheos & co. era (ed è tutt’ora) uno dei più importanti, geniali e per questo apprezzabili della storia del metal.. e quest’album ne è un’ulteriore prova.
Lo avevano infatti preannunciato come una delle loro migliori release ed in effetti non gli si può dare torto: non c’è una traccia “debole”, non ci sono incertezze, non ci sono passaggi stucchevoli o pesanti da digerire; con l’ascolto di “FWX” si può benissimo sentire l’amore per la musica che i Fates Warning nutrono e la voglia di dimostrare che il prog non è autocelebrazione della propria tecnica (purtroppo lo pensano in tanti), ma bensì un genere altamente raffinato, melodico ed emozionante.
Da brividi è la calda voce di Ray Alder, dove in episodi quali “A Handful of Doubt” e “Wish” (che per me entrano direttamente nella classifica delle più belle canzoni mai composte dalla band) raggiunge i massimi picchi di espressività, emozionando l’ascoltatore anche dopo l’ennesimo ascolto (vedi me!).
Citare solo due tracce di questo capolavoro sarebbe uno scempio, ma rovinare la sorpresa ai futuri ascoltatori di “FWX” con una recensione “track-by-track” sarebbe un vero peccato..
Quindi non credo che servano molte altre parole per esprimere il semplice concetto che questa è Arte.. con la “A” maiuscola.. ascoltare per credere.