“Guarda, l’ennesima piccola band semi-sconosciuta sino a qualche giorno fa divenuta famosa per aver partecipato alla colonna sonora dell’ennesima porcheria cinematografica!” Ho pensato, prima di aver ascoltato questo “Fallen” degli Evanescence, avendo letto su altre riviste che la loro “Bring me For Life” fa parte della colonna sonora di quel cagatone che è stato Daredevil. Invece, già dal primo ascolto, devo ricredermi. Poi tutto sommato, anche se spudoratamente commerciale (com’è giusto che sia d’altronde), “Bring me For Life” è una canzone davvero carina ma non è l’apice del disco, tutt’altro. Le restanti 10 composizioni sono davvero buone e dimostrano buona personalità che, spero, fra qualche anno riuscirà a marcarsi ulteriormente.
Ma veniamo al dunque, cosa suonano questi Evanescence? Nu metal come lo definiscono altri? Beh ad esser precisi del nu metal riprendono le ritmiche, serrate e semplici, di sicuro impatto ….. e basta! Di spessore sono invece le atmosfere gotiche e malinconiche, che qua e là sfociano in buona musica elettronica; ma di spessore (soprattutto) è la prova della vocalist Amy Lee (la solita strafigona di turno, per intenderci), davvero sopra le righe.
La prima cosa che viene in mente ascoltando “Fallen” è che gli Evanescence siano un ibrido nato da una relazione fra i Lacuna Coil e gli Skunk Anansie (che ogni tanto vengono a galla), legati da un tappeto ritmico tipicamente nu metal (diciamo un misto fra Linkin Park e Disturbed). Insomma, se “Going Under” e “Bring Me For Life” potrebbero essere (e forse lo saranno) dei potenziali hit singles perchè commerciali, gradevoli e alla portata di tutti, già con “Everybody’s Fool” i nostri dimostrano una propria personalità, un proprio modo di comporre. Notevole è la dolce “My Immortal”, solo pianoforte e voce davvero da brividi, la quale dimostra la passione che gli Evanescence hanno verso le atmosfere malinconiche e decadenti. L’inizio elettronico di “Haunted” fatto di beats e loops viene presto sovrastato da chitarre elettriche regalandoci la parentesi più sperimentale dell’intero disco. “Fallen” prosegue in maniera normalissima sì, ma anche in maniera gradevole riuscendo ad imprimersi nella nostra mente, seguendo la scia del gothic-nu metal, regalandoci qua e là brevi parentesi elettroniche sino a giungere nuovamente ad un momento riflessivo con “Hello” dove i nostri tornano a puntare tutto sulla voce della cantante (facendo centro direi!).
L’ultima “Whisper” è la traccia più riuscita perchè, a differenza delle altre, non soffre della piattezza del guitar work (unica pecca dell’album) abbastanza monotono presente un po’ dappertutto.
In breve è un disco davvero carino e coinvolgente di un gruppo emergente…. quindi lasciamolo emergere e magari, un domani, potranno regalarci qualcosa in più!