Ed eccoci di fronte all’album di debutto dei fiorentini Dragonia. Questa band è nata dieci anni fa quando Massimo Menichetti insieme ad altri quattro fiorentini diede vita al gruppo chiamato “Evil Zone”. Il risultato di quell’unione fu un demo che conteneva : Dragonia, Survive, Heart Glory (che sono presenti anche nel debut ufficiale) ed altri pezzi. Gli Evil Zone ebbero vita breve ma, nel 2002, Massimo Menichetti ritrovò la voglia di ricominciare grazie all’incontro con Filippo Ferrucci ed alla collaborazione del cantante degli Evil Zone e del tastierista Lorenzo Cellini. Uno dei principali problemi da affrontare era quello di trovare un bassista. Alla fine il problema fu risolto grazie all’aiuto di Marco Menichetti, fratello di Massimo, che decise di suonare il basso nel gruppo. Ed è con questa formazione che i Dragonia sono riusciti a dare vita al loro promo: Massimo Menichetti (voce e chitarra), Marco Menichetti (basso, cori), Filippo Ferrucci (batteria), Lorenzo Cellerini (tastiera). Il genere musicale a cui il gruppo, fin dai suoi esordi, è votato è una miscela micidiale di Epic Metal senza fronzoli ed l’Heavy Metal più classico. La copertina del loro debut “Resurrection” è un tributo ai vari generi musicali. Nonostante i pezzi contenuti siano solo 3, il gruppo riesce ad essere trascinante e coinvolgente, grazie ai cori che sono presenti in tutti i pezzi dell’album e che entrano subito in testa. Sono le tastiere di Cellerini, aiutate dal titanico lavoro di Cristina Alicante (che ha collaborato anche ai cori), ad introdurre Dragonia, prima dell’irrompere maestoso della chitarra di Menichetti, coadiuvato dal resto del gruppo che riesce a preparare un vero e proprio tappeto sonoro. Il ritmo non cede di un millimetro anche nella seconda traccia Survive, introdotto manco a dirlo dalle tastiere che cede il posto ai riff assassini creati dai fratelli Menichetti per poi ritornare con dei fraseggi veramente micidiali. Chiude questo bellissimo debut Heart Glory, una stupenda ballata che, a differenza degli altri brani, è introdotto dalla chitarra acustica di Menichetti che, coadiuvata anche dal resto del gruppo, riesce a tessere delle linee vocali veramente celestiali che hanno il potere di incantare anche l’ascoltatore più disinteressato. Chiaramente è difficile poter dare un giudizio basandosi solo su tre pezzi, ma per quanto mi riguarda questo gruppo, a mio modesto parere, di classe ne ha da vendere e sono sicuro che ne risentiremo parlare molto presto. Spero solo di poterli vedere dal vivo, così da poter tastare con mano se il gruppo riesce ad essere così coinvolgente e trascinante come lo è da studio.

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