“Gigahearts” è il secondo full length dei Dope Stars Inc., che si trovano a dover sostenere il confronto con il precedente “Neuromance”, lavoro ben riuscito e che ha riscosso un notevole successo. Il nuovo disco della band riesce abbastanza bene in questo compito, pur non essendo nè perfetto nè memorabile (ma d’altronde ho la sensazione che i Dope Stars Inc. siano una band decisamente “figlia del nostro tempo”, altamente godibile in questo momento ma anche piuttosto inadatta a resistere sul lungo periodo, proponendo una musica legata strettamente alla visione attuale di certe sonorità, con l’effetto di piacermi parecchio adesso proprio per quegli stessi aspetti che sul lungo periodo credo renderanno questa musica “di breve scadenza”) e pur senza discostarsi di molto dal predecessore. “Gigahearts” è proprio quello che ci si aspetta: un lavoro tamarro e sfacciato che mischia elettronica, glam e gothic in maniera ruffiana ed irresistibile. La tripletta di apertura è decisamente riuscita in questo senso e “Multiplatform paradise”, “Beatcrusher” e “Braindamage” travolgono l’ascoltatore con la loro strafottenza ed il loro essere tremendamente catchy. Convincono invece di meno “Lost” e “Can you imagine”, brani più melensi dove i tempi rallentano e la voce non graffia più, tendendo a certo gothic o a certa electro. Trovo che i Dope Stars Inc. non si muovano troppo a loro agio in questi ambiti, infatti pur rimanendo tendenzialmente gradevoli penso che siano meno interessanti quando tolgono il vetriolo alla loro miscela (restando in questo ambito mi sono parse più riuscite “Just the same for you”, che segue queste coordinate in maniera migliore, pur non essendo comunque nulla di particolare, e “Technologic age”, che si pone a metà strada tra i brani più graffianti e le derive “sentimentali)”. Tornando in ambito più consono alla band abbiamo poi la violenta “Play and kill” e la tamarrissima “Bang your head”, probabilmente il pezzo più sfacciato di tutto il disco, ma anche uno di quelli più capaci di farsi ricordare. Restano infine “Citizen Xt99” e “Critical world”, i due brani che chiudono il disco, il secondo dei quali è la solita canzone ben riuscita nel suo genere a cui la band ci ha abituato mentre l’altro è forse, pur risultando comunque apprezzabile, il brano meno riuscito tra quelli più grezzi (oltretutto il pezzo richiama “No limits” dei 2 Unlimited, uno dei brani più tamarri della storia che forse i più giovani di voi non conosceranno, ma che una quindicina di anni fa faceva sfracelli nelle discoteche italiane dove si stavano diffondendo techno, house ed eurodance).

Alla fine “Gigahearts” non può che soddisfare chi ha apprezzato il gruppo finora, per cui se avete amato quanto fatto in passato dalla band credo che non avrete problemi nel farvi piacere anche la nuova fatica, capace di far venire voglia di scuotersi e decisamente adatta al suo scopo di intrattenimento. Certo, se non vi piace il genere non sarà sicuramente questo album a farvi cambiare idea, inoltre come ho già detto la longevità probabilmente non sarà molto elevata, tuttavia con un disco di questo tipo alla fine chi se ne frega… io sono diversi giorni che ascolto “Gigahearts” e me lo sto godendo non poco (per ora non ci sono altri dischi che mi fanno venire voglia di toglierlo dal lettore, e probabilmente ancora per un po’ sarà così), quanto a voi ormai dovreste aver capito se la nuova fatica dei Dope Stars Inc. fa al caso vostro o meno. Io chiuderei qua, ma visto che devo assegnare un voto numerico un bel 4 su 5 è probabilmente la scelta più adatta.

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