PRESENTA: DIABULA RASA “Ars MedioHeavy”

Tutte le storie antiche hanno un ciclo e con esse anche dei personaggi, che ricamano le leggende di un’epoca, come il medioevo, spesso ignorata o dimenticata da molti. L’era medievale racchiude in sé un bagaglio enorme dal punto di vista culturale, intriso di battaglie per la conquista del territorio, di re e regine, conti e contesse, di castelli secolari e di popoli contadini che abitavano attorno al feudo.

Il 1200 fu un anno di grandi battaglie e di grandi sconvolgimenti territoriali. Ci fu la quarta crociata, vennero istituite le prime basi nell’Egeo e sul Mar Nero ed ebbe inizio il regno di Federico II, che venne incoronato Re di Germania nel 1212. Passando poi per la nascita della Costituzione di Melfi, fino alla nascita del Pontificato di Bonifacio VIII. Arrivando alla rivalità tra le repubbliche marinare di Genova e Venezia per il predominio orientale con la battaglia di Curzola conclusasi a favore di Genova. È l’epoca in cui i Guelfi di Firenze vengono sconfitti dai Ghibellini e Carlo d’Angiò scende in Italia con l’appoggio dei Manfredi contro il papa, e negli anni successivi lo stesso d’Angiò viene incoronato Re d’Italia (1266). In quell’anno, come sicuramente nelle epoche precedenti, nella vita comune, soprattutto in quella dei popolani, ogni tanto era possibile trovare poeti, cantastorie e musici che intrattenevano con cetre, ghironde, cornamuse e tanti altri strumenti musicali antichi.

Tutto questo per introdurre i Diabula Rasa, che agli inizi della loro carriera (ben tredici anni) si chiamavano Tabula Rasa.

Il progetto Diabula Rasa è un’idea che nasce da Luca Veroli e Daniela Taglioni, stimati cultori di storia e cultura medievale, ma soprattutto esperti di musica antica. I Diabula Rasa così come si sentono oggi sono il frutto di un’idea di Luca e Andrea Vitali, ossia dalla volontà di unire le sonorità del 1200-1300 fuse con le sonorità del moderno metal che conosciamo.

Ars MeadioHeavy” esce il 10 novembre del 2012, prodotto dalla Moonlight Records di Parma e secondo album della band. Questo lavoro, in esclusiva per IronFolks.net, contiene dieci tracce tra cui due rivisitazioni, in chiave più aggressiva, di due brani contenuti nell’album precedente, ovvero Tsanich e In Taberna, riviste anche grazie all’ingresso di Sonia Nardelli alla chitarra ritmica, che chiude il cerchio completando i Diabula Rasa. Un album registrato in maniera magistrale con testi originali del 1200 e 1300, agli albori della musica scritta, con riferimenti in lingua latina, tedesca e in lingua utilizzata in quella determinata epoca. La voce estremamente pulita di Daniela Taglioni, organista e tastierista, duetta con quella della bassista e leader voice Samantha Bevoni, mentre Luca Veroli suona con maestria la cornamusa e, soprattutto, la ghironda: il suo vero e ineguagliabile punto di forza. Sintonia perfetta per i chitarristi Sonia Nardelli e Stefano Clò, che si alternano la strumentazione tra le chitarre elettriche e strumenti antichi rivisitati e ricostruiti secondo l’epoca a cui si riferiscono. Di grande impatto l’esecuzione del batterista Moreno Boscherini, che tiene perfettamente il ritmo di tutto l’insieme. Ciò che rende geniale questo lavoro è senza dubbio la bravura e la preparazione tecnica e la grande esperienza di tutti i componenti, soprattutto di Luca Veroli e Daniela Taglioni. Nel territorio italiano vi sono pochissime persone dotate di conoscenze e capacità compositive pari alle loro, che si confermano al primo posto anche come ricostruzione e rivisitazione artigianale (Luca Veroli costruisce da solo molti degli strumenti usati dalla band). Dal canto loro, le voci di Daniela Taglioni e Samantha Bevoni, dotate di un carisma fuori misura, non stonano per nulla e non sono nemmeno le solite voci pacchiane e prive di sentimento, all’interno del contesto della rivisitazione storica e musicale dei testi stessi. È necessario tenere presente che i Diabula Rasa sono famosi soprattutto per le loro performance live, nei quali Luca si trasforma in un vero e proprio oratore e cantastorie, affascinando il suo pubblico con le spiegazioni inerenti al testo di volta in volta affrontato, e introducendo strumenti piuttosto tanto unici quanto singolari, come il celeberrimo Chitarrino Merdae (chitarrino di merda) al quale, nel nuovo album, è dedicato un brano che rende ancora più grezzo e aggressivo. Inutile quindi stare fermi sulla sedia e non accennare un minimo di headbanging di fronte al tapping del buon Stefano Clò sul Chitarrino di Merda. Va detto inoltre che l’artwork dell’album è stato dipinto e realizzato a mano da Daniela Taglioni, che cura tutto il resto delle grafiche, e vi rappresenta un’allegoria in chiave ironica della Dama con l’ermellino (storico dipinto di Leonardo Da Vinci) molto azzeccata.

Insomma “Ars MedioHeavy” è un album di tutto rispetto, che rappresenta quanto di meglio abbia da offrire la scena folk metal italiana. I Diabula Rasa riescono a trasportarci con una certa logica e con uno spirito totalmente intriso di medioevo, a partire dalla reinterpretazione dei testi e dalle musiche originali fino ai costumi di scena utilizzati nei live. Per ascoltare questo album è necessario entrare nell’ottica Diabula, ovvero avere uno spirito che crede in determinate situazioni, che sono in perfetto equilibrio tra la musica antica e la natura, con i suoi pregi e i suoi difetti, entrando in un contesto di magia, perfezionismo e piena consapevolezza che tutto ciò che ci circonda non è esattamente quello che sembra.

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