Con i tempi che corrono, recensire un disco come ‘Insidious’ diventa un lavoro meccanico, quasi istintivo, frutto di sensazioni e suoni già provati miriadi di volte e già descritti con tutto il vocabolario a disposizione di chi scrive.

I Demia arrivano dall’Olanda e, con buone capacità esecutive, una produzione a cinque stelle a cura di Logan Mader (ex sei corde dei Machine Head) ed un bacino di originalità pari a zero, si segnalano per essere l’ennesima realtà che esordisce suonando basico metalcore. Nonostante ogni audace significato si tenti di dare al termine in questione, quella dei Demia è una proposta che affonda le proprie radici nei già citati Machine Head, prendendoli come base per farcire una proposta accattivante e presentarla con un flavour sempre fresco e moderno. I pezzi, a parte strutture regolari e rotte dai soliti refrain melodici, non mostrano una vera e propria “mano” disorientando l’ascoltatore nel tentativo di rendere varietà. Il risultato è un lavoro che, complice un buon gusto per la melodia ed il solito dinamismo ritmico, riesce ad essere pieno di potenziali hit lontane da un target corale. Le solite influenze rubate ad hardcore e sprazzi di thrash svedese che vorrebbero essere l’arma in più sono, infatti, servite come appendici ingombranti e mal gestite iterate in maniera piuttosto disordinata. E’ così che, nonostante diversi lati salvabili, qualche buono spunto ed un singer dotato di potenza ed espressività, i dodici brani non riescono andare oltre la striminzita e generosa sufficienza del “solito disco”.

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