I Canvas Solaris sono un trio americano dedito esclusivamente a suonare musica strumentale. “Penumbra diffuse” rappresenta il terzo album della band, distribuito dalla nuova etichetta Sensory Records, label che a confronto della precedente Tribunal Records, riesce a dedicare maggior tempo alla distribuzione e alla promozione di band techno metal soprattutto a livello europeo.

Parlando dei Canvas Solaris ci troviamo davanti ad un disco molto tecnico e di difficile comprensione. Se già i brani proposti dal trio a stelle e strisce sono piuttosto ostici da ascoltare, l’assenza di linee vocali rende ancora più pesante l’ascolto del disco che scorre via in maniera davvero pesante. La band è, infatti, autrice d’intricate e cervellotiche partiture di chitarra, che vanno ad incrociarsi con poliedrici tempi di batteria e ricercate soluzioni elettroniche di tastiera che spesso danno vita a momenti ambient e più tipicamente fusion. Tra tutti i brani presenti nel disco quelli che mi hanno maggiormente colpito grazie alla loro freschezza e forse maggiore semplicità uditiva sono la spagnoleggiante ed acustica “Vaihayasa” seguita dalla successiva “To fracture” che perlomeno presenta un riff molto orecchiabile cosa che invece non accade con le altre canzoni proposte dalla band. I Canvas Solaris sono una band mostruosa, tecnicamente perfetta e autrice di un platter altamente complicato. I tre musicisti mettono in mostra senza troppi problemi la propria bravura cosa che a volte crea qualche problema in quanto molto speso il trio perda di vista il concetto di canzone per lanciarsi in mere esibizioni di tecnica.

Personalmente “Penumbra Diffuse” non mi è piaciuto per niente, ma se siete amanti del prog tecnico e del techno metal a livelli estremi allora provate pure ad ascoltare i Canvas Solaris, potrebbero piacervi.

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