Dopo il successo strepitoso di “Journey Through The End Of Life” i Beatrik tornano con una grande responsabilità: consolidare e confermare il risultato brillante raggiunto nel precedente album. In parte i Beatrik vi sono riusciti. Infatti, considerata l’importanza attribuita a questa uscita dopo l’entusiasmo del full-length precedente, Smara (anche mente attiva dei Tenebrae In Perpetuum) e Vidharr (batteria) hanno generato canzoni molto emozionanti, tutte densissime di pathos, animate soprattutto da toni mesti, che spesso diventano angoscianti. L’unico elemento che qua non sembra toccare gli idilli della precedente prova è la voce, che spesso è talmente sofferta da sembrare addirittura sforzata, rischiando così di diminuire parte dell’aspetto genuino e diretto del suono Beatrik. Se da una parte questa caratteristica rende più difficile l’assimilazione dei brani, dall’altra però contribuisce ad aumentare la tensione di tutte le sei tracce, che già a livello strumentale sono cariche di note annichilenti. Il vero gioiello di questo album rimane, come già nell’esperienza passata, il riffing di Smara, un vero narratore di sentimenti cupi e tenebrosi, annidati nel profondo della coscienza e qua fatti emergere con chiarezza cristallina. L’abilità di scolpire sinfonie melodiose e malsane non è andata persa, anzi, per quanto riguarda la chitarra, la si può dire evoluta verso stadi emotivi superiori, stadi che rientrano sempre all’interno di quelli prediletti dal depressive black metal, qua rappresentato in una veste davvero unica. Il carattere ossessivo di brani quali il maestoso “Buried Among Skeletal Moods” del primo lavoro è qua ripreso in viatici ipnotici come “Returning After A Death”, che suggella in maniera imponente e tragica tutto questo percorso riflessivo compiuto come in stato di trance grazie a una musica così grigia.

In questo lavoro i Beatrik sono riusciti a dipingere attraverso la musica le giornate senza luce di un anno che è ormai alla fine e che porta con sé solo presagi di morte.
Note rallentate, malinconiche e funeree. Questi gli ingredienti che, uniti a una spiccata personalità, fanno dei Beatrik uno dei gruppi più allettanti ed emotivamente coinvolgenti del panorama depressive.

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