Monicker “provinciale”, approccio lirico scontato e tanto, tanto talento musicale. Questo e molto altro sono i Ueickap, formazione sicula autrice di un esordio con tutti gli attributi al posto giusto e testimone di una visione sonora solida e collaudata.

I cinque ragazzi arrivano al primo full lenght suonando un genere nel quale, scrollarsi di dosso echi più o meno ingombranti, è impresa ardua a meno di un’ispirazione naturale come quella manifestata da ‘Stereotyped’. Tredici brani di un crossover finalizzato da una voce femminile, pieno di melodia, groove ed un fare “accessibile”, altrove interpretabili come scelte derivative e facili, qui rilette in chiave professionale, tecnica e mai ruffiana. Molti, ma mai sfrontati, i riferimenti ad un background di ascolti evidentemente variegato che spazia dal nu metal di Korn e Disturbed nel riffing, all’estrazione fusion e l’incedere obliquo del talentuoso bassista ad una valanga di influenze che arrivano (con qualche libertà), nelle parti più distese, a coprire il prog dei Pain Of Salvation. A fare da contraltare alla radicata fruibilità ed immediatezza dei brani un approccio strutturale complesso e studiato che mostra tutte le qualità di musicisti che riescono a suonare potenziali hit senza snaturare la propria attitudine artistica.

La bella voce di Irene protagonista aiuterà, causa paragoni di comodo, ad accostare il lavoro dei nostri agli Evanescence di turno ma, chi legge si fidi, pasta, attitudine ed influenze sono totalmente diverse per un disco davvero genuino. Un lavoro che, nonostante una limpida produzione da mainstream, trasmette il sudore, l’onestà e l’attitudine di chi possiede passione. Da premiare.

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