Finito il maxi pasticcio tra Tolkki e gli ex compagni possiamo cominciare a tirare le somme. Tolkki alla fine ha costituito un nuovo gruppo, i restanti membri degli Stratovarius alla fine hanno deciso di proseguire senza fondarne uno nuovo. La mossa era per certi versi prevedibile, e ora c’è da chiedersi cosa riusciranno a tirarne fuori i tre storici membri.
Assoldato il sostituto di Tolkki, uno sconosciuto Matias Kupiainen neo ventiseienne chitarrista e produttore proveniente dal gruppo grindcore Fist In Fetus, le aspettative per Polaris sono molto alte. Il curriculum del neoacquisto non è di certo dei migliori e dovrà sostituire un artista che ha dato moltissimo per il gruppo essendone il principale, se non quasi totale, compositore e mente.

Bene. L’album è ormai nei negozi, e l’attesa è finita. Il nuovo Stratovarius come sarà? Non so quanta reale aspettativa ci sia, ci sia stata, da parte del pubblico ma personalmente le disavventure del gruppo di questi ultimi anni hanno minato notevolmente la sua fama e soprattutto l’indice di gradimento. Tant’è che incuranti di tutto e tutti kotipelto, Michal e Johansson sono andati avanti scrivendo un buon numero di canzoni, ma che ho trovato sufficientemente fuori dal contesto Stratovarius; sono conscio del fatto che il periodo d’oro è passato, ma anche la voce di kotipelto è differente, più naturale, meno acuta con meno sofisticazioni. Jorg Michael l’ho trovato pigro, poco vario, assolutamente privo di verve. Chi ho apprezzato maggiormente è proprio Johansson che, seppure in brani poco convincenti, probabilmente ha potuto rivestire il ruolo “della prima donna” risultando sempre in primo piano, molto appariscente rispetto le chitarre di Kupiainen, il quale immagino abbia avuto il mero ruolo di esecutore. Proprio quest’ultimo era colui del quale ero maggiormente in attesa, e purtroppo, non per demerito suo, attualmente sono stato deluso. Poca voglia da parte del gruppo di mostrare riff e soli di chitarra lasciando, come già detto, Johansson in prima linea rendono Polaris un disco anonimo ancora lontano dalla rinascita degli Stratovarius. E’ in poche parole un album di un gruppo che si chiama Stratovarius solo di nome, ma che non ne ha l’anima così come non ne avevano l’anima gli ultimi lavori.
Quel che ora mi incuriosisce sarà vedere i nostri in sede live riproporre i vecchi cavalli di battaglia.

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