Dopo la sua uscita dai Thy Majestie il singer Dario Grillo non è stato con le mani in mano, anzi ho sfornato un disco solista piuttosto interessante; di seguito la piccola ed interessante intervista che Dario ci ha rilasciato. Buona lettura.

Ciao Dario e benvenuto su Heavy-Metal.it.
Ciao Daniele. Ti ringrazio per le belle parole che hai usato per descrivere il mio disco “Between two horizons” e ovviamente per quest’intervista.

Iniziamo la nostra chiacchierata partendo proprio dalla tua uscita dai Thy Majestie: puoi spiegare che cosa è successo tra te e gli altri ragazzi della band per favore?
Sì, con piacere. Si è trattata di una normale divergenza artistica.
Verso la fine dell’anno scorso ho sentito l’esigenza di staccare un po’ la spina dal power metal (non che rinneghi il genere come qualcuno ha erroneamente detto).
Avevo solo bisogno di prendermi una pausa da quel tipo di musica per esplorare altri territori sonori. Da qui mi è cominciata a balenare in testa l’idea di far uscire un album solista che spaziasse dall’Hard rock al prog, al blues con svariate influenze AOR (genere che ho sempre amato). Così ho comunicato alla band le mie volontà e insieme abbiamo deciso di separarci per non “bloccare” il nostro percorso artistico a vicenda.
In tal modo io ho potuto subito iniziare la stesura di “Between two horrizons” e loro hanno avuto tutto il tempo per cercare un sostituto che entrasse in pianta stabile nella band.
Certo , all’inizio la mia decisione non è stata del tutto indolore e ci sono state alcune tensioni tra me e la band ma credo che il tempo abbia lenito le ferite. Oggi credo che la mia decisione sia stata saggia e se all’inizio ho avuto qualche dubbio e incertezza, adesso mi sento una persona nuova e molto sicura dei propri mezzi.

Bene, dopo questo piccolo ma doveroso excursus storico, direi che adesso possiamo parlare proprio di “Between two horizons”: che ne dici di presentarlo ai nostri lettori? Musica e testi ovviamente.
Può sembrare strano, ma io in questo momento sono la persona meno adatta per parlare dell’album.
Credo che non abbia senso usare belle parole per i propri album, dire che tutte le canzoni sono eccellenti e che si tratta del miglior disco di sempre. Ne leggo a palate di queste stronzate e d’artisti “spokkiosi” che s’auto-elogiano pur di farsi un po’ di pubblicità. Io sono molto onesto: credo che ognuno di noi in ambito musicale abbia le proprie preferenze e le proprie idee. Quindi che senso ha parlare di belle canzoni, quando per qualcun altro possono essere l’esatto contrario?? Penso anche che nel metal ci sia molta esigenza da parte dei potenziali acquirenti di trovare prodotti di una certa qualità (sempre che qualcuno compri ancora dischi, vista la crisi nera del mercato) quindi l’unico consiglio che posso dare alle persone incuriosite da PLATENS è quello di collegarsi al mio sito www.platens-opera.com e di scaricare alcuni sample del disco.
Se poi questo li porterà all’acquisto di BTH allora tanto di guadagnato.
Per quanto riguarda la musica e i temi dell’album, credo che n’abbia parlato già tu ampiamente in sede di recensione.

Se tu fossi rimasto con i Thy Majestie avresti mai pensato di realizzare un disco solista?
Certo, era un’idea che mi balenava per la testa già da tempo. Ero convinto di poter realizzare sia il terzo album con loro che il mio solista ma alla fine ho dovuto scegliere, costretto da forti pressioni… e non aggiungo altro.

Ho notato una certa maturità nella composizione dei pezzi cosa che di solito nel primo album non si vede quasi mai.. è stato difficile comporre i singoli brani, creare gli arrangiamenti per tutti gli strumenti e soprattutto cercare di creare melodie che colpissero da subito l’ascoltatore?
Guarda, più che altro è stato difficile produrre tutto. La stesura e la registrazione di BTH sono state una passeggiata visto che il processo è stato molto naturale e pure divertente.
La vera fatica è stata quella di far suonare il disco in una certa maniera con dell’attrezzatura ridicola. E poi, col senno di adesso, credo di essere riuscito a fare un piccolo miracolo con sound generale.
E’ stata un’esperienza davvero faticosa e stressante. Fare tutto da solo poteva rivelarsi un autentico suicidio musicale ma il sottoscritto ha “le corna tese” come si dice in Sicilia e la passione alla fine ha sovrastato tutte le incertezze e le difficoltà.
Sono stato giorno e notte a perfezionare ogni cavillo del disco, equalizzare, rivedere, creare certe atmosfere..insomma un lavoro meticoloso che non consiglio a nessuno. Probabilmente anche un atto di incoscienza ma che mi sta dando adesso grandi soddisfazioni.

Questa è la prima volta che ti ritrovi ad occupare il ruolo di compositore principale di tutti i brani e gli arrangiamenti oppure hai già avuto altre esperienze in passato che ti hanno aiutato nel processo di composizione di “Between two Horizons”?
Non è la prima volta. Sin da quando ero un adolescente mi è sempre piaciuto comporre canzoni mie. Non c’è cosa più bella che scrivere musica propria. Non ho mai amato in modo particolare le cover così sia con Dragon’s Breath che con Empty Roads (due delle band con cui ho suonato) ho composto brani e ho arrangiato pezzi. E’ una cosa molto naturale per me. Da questo punto di vista, posso dire di essere stato abbastanza frenato con i Thy Majestie perché il mio ruolo era quello di scrivere melodie vocali e corali su una struttura armonica già esistente senza purtroppo apportare eccessive modifiche ai pezzi. Il fatto stesso di esser parte di una band implica in sè il dover rinunciare ad un certo egocentrismo per scendere puntualmente a compromessi.
PLATENS è stata una liberazione da questo punto di vista. Oggi sono libero di scrivere tutto ciò che mi passa per la testa senza dover dare conto e ragione a nessuno e con la massima serenità e tranquillità possibili.
La mia creatività ne ha giovato non poco. Per esempio, ho già composto un qualcosa come 180 minuti di musica inedita e giornalmente scrivo melodie e registro.
Credo che il mio prossimo album sarà pubblicato in formato DVD continuando di questo passo… eh eh

Come mai hai cambiato nettamente il tuo modo di fare musica dopo l’uscita dai Thy Majestie? “Between two horizon” ha influenze hard rock, blues, metal, funky…insomma c’è un pò di tutt…
In realtà non l’ho mai cambiato radicalmente. Chi ha ascoltato i Thy Majestie si sarà sicuramente accorto del mio stile di canto abbastanza atipico. Più vicino al rock che al metal tradizionale.
Inoltre anche se ho sempre avuto un background musicale sempre vasto e differenziato, non potevo mica proporre alla band di inserire elementi blues, funky o hard rock nei pezzi. Mi avrebbero preso per il culo a vita. Immagina un bel pezzo epic tirato con un bell’intermezzo blues??!! Sarebbe stato come un calcio nelle gengive dell’ascoltatore. Quindi mi limitavo a fare il mio dovere senza stravolgere più di tanto le direttive musicali del power metal. D’altronde c’è anche da dire che mischiare generi apparentemente diversi può portare ad un fallimento completo dell’opera. Infatti bisogna sapersi destreggiare bene nell’amalgama del sound onde evitare il rischio di fare una bella frittata. Non tutti ne sono capaci. C’è ovviamente chi preferisce rimanere ancorato ad un certo stile per anni senza osare nulla di nuovo. Rispetto ovviamente questa posizione perché sono dell’idea che è meglio fare le cose che si sanno fare piuttosto che rischiare di fare cagate solo per il gusto di sentirsi “artista” o “open-mind” a tutti i costi.
Tuttavia mi reputo un musicista abbastanza maturo per conoscere fin dove posso osare e fin dove devo fermarmi. Il buon gusto deve sempre essere la chiave di lettura di tutto.
E poi, al di là dei generi musicali, durante la composizione io parto sempre da una “melodia” di base. Deve essere questa a guidarmi e a consigliarmi nella scelta delle atmosfere e degli arrangiamenti.
Quindi il tutto nasce da assoluta naturalezza. E non potrebbe essere diversamente.

Oltre al genere musicale proposto hai cambiato anche il tuo modo di cantare, ora incentrato maggiormente sul pathos e sul feeling piuttosto che su acuti e linee epiche. Credi che questo potrà fare storcere il naso a molti ragazzi che ti avevano conosciuto con i Thy Majestie oppure pensi che potrà essere fonte d’interessamento da parte di tutti quelli che ti hanno seguito in questi anni?
Chi si aspettava un disco dal cantato pulito, teatrale e tecnico alla “Hastings 1066” può anche chiudere qui la lettura e passare ad altro visto che il modo di cantare su “Between two horizons” è distante mille miglia dal Dario Grillo che in molti conoscevano. Su PLATENS avevo voglia di fare le cose a modo mio. Di essere incisivo nelle parti tirate, di sporcare la voce ovunque ne sentissi il bisogno e di cantare in maniera istintiva come da buon rocker.
Niente impostazione lirica, niente vibrati eccessivi, niente “Opera teatrale”. Non voglio rinnegare gli anni di studio lirico che tra l’altro mi sono serviti parecchio ma avevo bisogno di pensare di più ai sentimenti che all’esecuzione vera e propria. PLATENS è un progetto che nasce da questa mia esigenza di non badare più al “contorno”, al “barocchismo” o al super arrangiamento o al tecnicismo esasperato ma di puntare direttamente alla “canzone”, alla centralità della melodia. Questo percorso inverso mi ha permesso di essere molto spontaneo e di costruire brani diretti con linee vocali di impatto senza fronzoli o cose del genere.
Dal vivo sarà un piacere proporre l’album, ve lo assicuro.

Sei un polistrumentista incredibile, quanto tempo dedichi al giorno per esercitare ognuna di queste tue “arti”?
Io amo la musica nella sua totalità e qualunque cosa produca un suono “gradevole” per me rappresenta un ipotetico strumento da conoscere.
Suono la chitarra ormai da più di 18 anni e canto da una vita. Ho sempre suonicchiato la tastiera e il basso. In quest’ultimo periodo (anche grazie all’aiuto della mia ragazza), sto approfondendo degli studi per pianoforte. Amo le percussioni e la batteria (anche grazie al merito di mio fratello) e ogni volta che posso mi siedo dietro le pelli e distruggo la tranquillità dei vicini… eh eh
Mi piacerebbe imparare la viola ma credo che lo farò tra qualche anno, appena avrò un po’ più di tempo libero.
Per quanto riguarda invece la parte teorica , proprio in questi giorni inizierò degli studi di composizione corale e orchestrale presso il Conservatorio di Messina. Sono molto appassionato di musica operistica e spero un giorno di poter scrivere un’intera opera per coro e orchestra. Sarebbe un sogno… Chi lo sà..
Da come avrai ben capito, quindi respiro e mangio musica. E quei pochi momenti in cui non suono durante la mia giornata, li passo nel mio Home studio per provare programmi nuovi, VST, amplificatori… insomma per tenermi aggiornato sulle novità che il mercato offre.

Convincimi a comprare “Between two horizons”…..
Se non lo compri, conosco un tipo che conosce un tipo che ha conosciuto un tipo che era un amico di un parente di un tipo che conosceva Toto Reina.. ti basta???

Il moniker “Platens” deriva dal nome dato agli studi dove hai registrato o è solo una combinazione?
Diciamo che ho dato io il nome PLATENS ai miei studi appositamente.
Platens, come avrò già detto in decine di interviste, è un termine di derivazione aramaica. La parola di origine è PHLATIEKNS che si usava per indicare l’ordine del mondo, DIO secondo alcuni studiosi.
Quindi il concetto di equilibrio cosmico in contrapposizione col Caos.
Ma anche quello di serenità profonda, di luce interiore che ognuno di noi porta in sé ma che per mille motivi non si riesce a trovare.
I buddisti la chiamano “pace dei sensi” o KARMA, cioè quello stato spirituale di assoluta serenità (quasi estasi) che si può raggiungere attraverso lo yoga e la concentrazione.
Da qui deriva anche il titolo dell’album “between two horizons”, ovvero questo mio (nostro) eterno dondolare tra il mondo materiale e quello spirituale, tra l’istinto e la ragione, tra l’amore e la frustrazione.. insomma una sorta di sfida continua con me stesso per raggiungere una completa stabilità psichica e fisica.

Hai già qualche riscontro su come sta andando il tuo album?
Grazie al lavoro della Frontiers e dei promoter dei vari paesi europei con cui collaboro, posso già dirti che l’album è stato accolto in maniera grandiosa in Germania (paese che di solito stronca senza pietà i prodotti italiani), Olanda, Belgio, Spagna. In Francia e Grecia uscirà a gennaio mentre in Italia ancora sto aspettando molti responsi.
Ho fatto parecchie interviste per radio, magazine più o meno conosciuti e web zine e spero vivamente che almeno questo debutto possa farmi conoscere un po’ ovunque per poi dare il colpo di grazia con il secondo album.. eh eh
Speriamo che tutto continui così.

Prevedi di esibirti dal vivo nei prossimi mesi? Hai già pensato ad una line up per portare sul palco i tuoi pezzi?
Line-up pronta. Si tratta di 5 musicisti eccezionali palermitani di cui ancora non faccio i nomi che mi dovrebbero accompagnare per le serate dal vivo. Sto cercando di organizzare un minitour in Sicilia per rodare la band e allo stesso tempo sto discutendo con la Frontiers sulla possibilità di organizzare un tour di supporto all’album magari accodandoci a qualche band più grossa… vedremo. Tuttavia ancora è un po’ presto per avere delle conferme visto che l’album è uscito da qualche giorno. Appena avremo dei dati certi sulle vendite nei vari paesi poi decideremo il da farsi.

Quali saranno le tue future mosse a questo punto? Pensi di continuare a comporre dischi come solista o di mettere su una band vera e propria con cui fare musica?
La mia musica uscirà sempre sotto moniker PLATENS e ovviamente si tratterà sempre di mie composizioni. Non so se deciderò di far suonare qualcuno con me su disco oltre al drummer di turno. Questo perché mi piace lavorare da solo e con i miei tempi senza nessun’interferenza esterna. Mi piace registrare ogni singolo strumento e anche se questo comporta un maggiore dispendio di energie, mi fa sentire più realizzato. Per me la musica è qualcosa di molto personale e sono un po’ restio adesso a condividerla con altri. Dal vivo ovviamente le cose cambiano. Come ti dicevo pocanzi , mi seguiranno 5 turnisti con cui inizieremo a provare a breve e con i quali spero di realizzare dei memorabili live shows, vista la loro preparazione.

Bene, come nostra consuetudine ti lascio uno spazio per dire quello che vuoi ai nostri lettori. Un grande grazie per quest’intervista.
Beh… una grande grazie a te Daniele. Sei stato troppo gentile.
Un grazie ovviamente ai lettori e mi raccomando, supportate la buona musica sempre e visitate, a tempo perso, il mio sito www.platens-opera.com
Ciao!

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