I Panic DHH sono la band di Robbie Furze (chitarrista di Alec Empire) e di Antti Uusimaki (che, tra le altre cose, ha collaborato con Brian Eno), e si sente… la musica di questo combo deve infatti tanto ad Alec Empire e agli Atari Teenage Riot, inoltre il disco suona decisamente come un disco della Digital Hardcore! Chi conosce un po’ il genere (e l’etichetta) sa cosa aspettarsi: un miscuglio industrial/noise/electro/hardcore violento ed estremo, ma dotato di aperture piu’ calme e sprazzi melodici (ma giusto qualche momento ogni tanto per tirare il respiro eh, la tendenza generale e’ quella dell’assalto frontale incontrollato!).
Questo “Panic Drive Human Herds” e’ comunque molto vario (certo, per quanto puo’ essere vario un disco di questo tipo, eppure i Panic DHH sono riusciti veramente a sfornare un disco con tracce distinguibili, cosa che non accade sempre in questi ambiti…) e affianca assalti sonici come l’opener “Leader” o come la terza traccia “Reach” a composizioni meno destabilizzanti come la penultima “Linctus”, che potrebbe essere un pezzo ambient (ovviamente electro-rumorista, ma molto d’atmosfera e meno violento rispetto al resto del disco) o “Simplex (Starve)”, quella che e’ a mio avviso la migliore traccia del lotto, un misto di melodia sporcata da elettronica distorta che pero’ non fa sanguinare le orecchie come gran parte del disco, piuttosto intesse delle melodie futuristiche e oscure su cui si staglia la voce malata, davvero un gran pezzo!
Per il resto poi abbiamo composizioni che mettono insieme accelerazioni gabber ed assalti noise, a volte spuntano delle chitarre (e qua viene fuori la componente hardcore) ad affiancare i rumorismi elettronici (che comunque predominano praticamente sempre) e a volte si fanno sentire echi dei Nine Inch Nails, insomma, di roba ce n’e’ e si fa fatica anche a parlare di qualche traccia in particolare (a parte la gia’ citata e notevole “Simplex (Starve)”).

Resta tuttavia evidente quanto questo sia un disco decisamente elitario, ma perche’ elitario e’ il genere, cosi’ estremo e di non facile ascolto… Gli appassionati comunque penso lo apprezzeranno, gli altri ne restino alla lontana, se invece qualcuno vuole avvicinarsi a queste sonorita’ forse sarebbe meglio partire da un “Intelligence And Sacrifice” di Alec Empire (tanto per restare in famiglia), poi si esplora…

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