Attivi fin dal 2004, i nostrani (from Sardegna) Egomass finalmente fanno il passo decisivo per le sorti di ogni band, e pur non avendo al momento supporti da parte di case discografiche o distributori scendono in campo con questo “Estreme Conseguenze”, primo lavoro reale dei nostri quattro.
Formazione tipo per loro, con cantante, chitarrista, bassista e batterista, per un disco che suona Death ma con fortissime influenze Core, Progressive a tratti, e Thrash.
Trasuda violenza e disperazione, con otto brani decisamente lunghi e articolati, in cui si ergono sopra tutto l’ugola incazzata e inferocita di un disperato Luca Pintore, e le linee chitarristiche e i riff di Paolo Lubino.
Un album questo che presenta aspetti decisamente validi ed altri invece purtroppo non trascurabili che lo frenano un po’ nell’ascolto.
Tecnicamente il disco, pur essendo autoprodotto, presenta suoni abbastanza nitidi e una precisione anche in fase di mixaggio frutto certamente di ottime capacità da parte della band.
La scelta di cantare tutto il lavoro solo ed esclusivamente in italiano è decisamente degna di nota, poichè fa capire subito come i nostri se ne freghino dei luoghi comuni e delle abitudini (oltre che delle richieste del mercato) e proseguano diretti per la loro (a dire il vero un po ‘ difficoltosa vista l’evidente difficolta di coniugare taluni gereri metal con la nostra lingua madre) strada.
Il disco è impegnativo ma denota fin da subito una buona tecnica dei musicisti, che non risparmiano un goccio di sudore e di sangue in nessuna delle 8 tracce presenti in questo debutto. Tracce che però alla fine tendono a somigliarsi tutte un po’, pur con alcune punte in grado di distinguersi, grazie soprattutto a particolari ed arrangiamenti importanti (è il caso di “Posso Ancora Chiedere” in cui Antonio Mulas si inventa un quasi-solo al basso molto blues).
Questo rende alla fine l’album quasi un enorme blocco di 40 minuti certamente non sgradevoli e anzi piacevoli all’inizio, ma un po’ noiosi nel loro incedere, anche a causa di una certa ripetitività dei riff, che sono sì malati e a tratti ottimamente atmosferici, ma che davvero a volte rischiano di essere inflazionati.
Degni di nota i testi, in cui una certa violenza repressa si manifesta apertamente, ma mai in modo volgare, preferendo lasciare alla voce e alla musica che li accompagna la responsabilità di creare distorsione e apparenze sinistre nell’ascoltatore.
In conclusione, questi Egomass sono un gruppo che, visto lo spirito d’iniziativa mostrato in questo primo lavoro potrebbe dare qualcosa di importante in futuro alla musica estrema italiana, ma che necessita di una evoluzione a livello di orizzonti sonori e, perchè no (queato è un augurio oltre che una considerazione), una buona label alle spalle per provare ad uscire dai confini nostrani.

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