I Moon of Steel sono un gruppo italiano “storico”. Nel 1989 hanno pubblicato “Passions”, un album parecchio apprezzato all’estero, poi c’e’ stato un lungo silenzio interrotto tre anni fa con un mini (“Beyond the edges”), ed ora i MoS ritornano con questo “Insignificant Details”. Non avendo sentito gli album precedenti non posso purtroppo fare un discorso di tipo “evolutivo”, ma anche basandomi solo sul nuovo lavoro posso parlare di diverse cose…
Innanzitutto partiamo dal sound… in passato i MoS facevano del prog, quello che ci propongono ora e’ invece un insieme di gothic/prog/metallo ottantiano. Sulle chitarre, che spesso ricordano le band di quel periodo, sono infatti innestate delle atmosfere goth e il tutto e’ arricchito da venature tipicamente prog. Il risultato e’ che ci si ritrova di fronte a pezzi in cui le chitarre suonano in maniera parecchio pesante ed insistente, per poi diventare piu’ atmosferiche (e il basso riesce ad accentuare entrambi questi aspetti)… tutto questo mentre la voce di Sarah fa da protagonista oppure accompagna gli strumenti (che non disdegnano qualche cambio di tempo). Come gli strumenti variano il tipo di sonorita’, cosi’ poi anche la cantante passa spesso da tonalita’ “particolari” (in “I hear you call” quasi mi ricorda Bjork!) a tonalita’ acute, alterna momenti rilassati a momenti grintosi, tuttavia non si cimenta mai nel “cantato angelico” tipico del goth (il risultato e’ inizialmente un po’ spiazzante, ma si fa poi apprezzare).
I pezzi sono tutti abbastanza omogenei e non hanno una personalita’ tale da renderli molto distinguibili l’uno dall’altro, tuttavia “Details part 1”, “I am” e “Details part 2” spiccano sul resto. In queste canzoni si fanno infatti notare dei begli arpeggi e delle parti di basso molto “emozionali” (che per qualche motivo mi hanno richiamato alla mente “Act 2: Galileo” dei Time Machine), inoltre certe aperture acustiche e melodiche sono davvero belle e non stonano con i momenti piu’ grintosi che vengono prima e dopo.
Insomma, quello che rende questi brani piu’ convincenti degli altri e’ che la miscela e’ meglio riuscita, e globalmente convincono di piu’. Non che gli altri pezzi siano brutti, sia chiaro, pero’ spesso accade che alcune parti colpiscano piu’ delle altre (soprattutto quelle piu’ atmosferiche) e le canzoni risultano cosi’ meno accattivanti a causa di questa discontinuita’… E’ poi vero che tutto cio’ viene parzialmente risolto col crescere degli ascolti (all’inizio il disco si era rivelato piuttosto deludente, poi si e’ risollevato), tuttavia ogni volta che sento questo cd mi rimane addosso un sensazione di incompiutezza abbastanza forte (e non penso dipenda dalla ripida “curva di assimilazione” di questo sofisticato lavoro, che dovrei avere ormai ben “digerito”).
Rileggendo quanto scritto sopra ho pero’ l’impressione di essere stato un po’ troppo duro… Al di la’ delle pecche evidenziate, infatti, questo “Insignificant Details” e’ un buon disco (e forse aspettandomi chissa’ cosa da un gruppo con la fama dei Moon of Steel era facile rimanere un po’ deluso), tuttavia ho l’impressione che il gruppo debba ancora trovare la maniera di incanalare perfettamente le proprie idee (tenete presente pero’ che queste sono considerazioni molto personali).

Una piccola curiosita’ in chiusura, fatene quello che volete ma e’ una cosa che volevo evidenziare: questo album e’ piaciuto molto alla mia mamma (generalmente non apprezza cio’ che ascolto) che lo ha sentito per caso e, colpita dalla maniera in cui si accompagnano la voce e la chitarra, ha voluto prenderlo per ascoltarlo… che i Moon of Steel abbiano la capacita’ di farsi apprezzare anche da un pubblico digiuno di certe sonorita’ ?
Chissa’…

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