Che la Finlandia brulicasse di artisti notevoli e in grado di creare situazioni mai sentite prima si era capito, ma i nostri ORNE nota band del pianeta progressive metal finlandese ci offre un panorama ben più estremo ed eclettico sfornando un album uscito il 27 luglio 2011, prodotto dalla Black Window Records e regalandoci le atmosfere più estrose e articolate dalla bravura tecnica dei componenti.

Nati dai Reverend Bizarre,noto gruppo della scena doom, gli Orne scrivono testi nuovi ed elaborano un modo di produrre musica totalmente nuovo catturando ora elementi dark, ora traccie di folk qua e là arrivando ad assomigliare anche solo lontanamente ai Pink Floyd grazie alle note che escono da una fitta rete di strutture da organetto Roland e Hammond

THE TREE OF LIFE che tradotto significa “L’albero della vita” è stato creato e composto con l’idea di raccontare la storia appunto della creazione allegorica della Vita di cui abbiamo un chiaro riferimento dell’immagine dell’artwork “Eva che viene tentata dal famigerato serpente”, creata da un pittore, un tale John Roddam Spencer Stanhope nato nel 1829 e morto a Firenze nel 1908.
il lotto si apre con l’intro musicato e raccontato ANGEL EYES un’ ottimo trampolino di lancio per THE TEMPLE OF WORM, il pezzo più lungo dell’album. Ben dodici minuti in cui capiamo la capacità degli Orne di creare scenari languidi, ricchi di un pathos fortemente malinconico.
A continuare il carattere evocativo, quasi spirituale, con suoni oscuri e tematiche che seguono di pari passo lo spartito, li aiuta l’Hammond di Pirkka Leino, che viene interrotto con grazia dalla chitarra di Karki regalandoci un buon tratto strumentale all’interno della ballad.
La storia continua con l’intro lento di DON’T LOOK NOW e via per oltre otto minuti fino a raggiungere la quinta traccia BELOVED DEAD tratteggiata da un intro fortemente acustico e lento fino al progressivo sound che in conclusione si fa più pesante e aggressivo grazie al riutilizzo di chitarra e hammond. Alla numero sei troviamo I WAS MADE UPON WATERS da cui il leggero tratto folk interagisce unendo gran parte dei cromosomi finlandesi fino a sfumare nell’inquieta e ambigua SEPHIRA un vero omaggio all’hard rock e al dark progressivo con un prezioso contributo di saxofono che va a ricamare la conclusione di The tree of life.

Questo album è un lavoro che va analizzato e assimilato con grande attenzione e con occhio arguto rivolto alle capacità dei musicisti e alla composizione mitologica in sé della struttura del full length.

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