Gli Iter Charontis sono una delle band black metal più interessanti che mi sia capitato di sentire in questo periodo. Il gruppo proviene dalla Calabria, regione che ha validissimi gruppi che spesso devono terminare la loro carriera ancora prima di poterla iniziare a causa della mancanza di mezzi e di opportunità oltre che per la soffocante cultura locale. La biografia del gruppo racconta le difficoltà che i nostri hanno dovuto superare prima per formare una band stabile e valida, poi per partorire questo omonimo lavoro. Gli Iter Charontis sono un ulteriore prova che per suonare dell’ottimo black metal non bisogna per forza di cose essere norvegesi. Il gruppo pesca a piene mani nel repertorio di band come i Dark Throne o gli Ulver di Nattens Madrigal andando però ad aggiungere al sound degli elementi malinconici e depressivi. La registrazione della demo è stata fatta in modo molto artigianale senza recarsi in costosi studi di registrazioni e se da una parte si possono muovere delle critiche su alcuni difetti che ne conseguono (comunque risolvibili semplicemente con maggiore attenzione durante la fase di produzione), dall’altro non potremo lamentarci del grezzissimo e marcissimo suono perfettamente adatto al genere proposto. La prima canzone “Mors” è un piccolo capolavoro di pure evil black metal, aperta da un malsano arpeggio prosegue grezza, fredda e marcia con un riff che ricorda i Dark Throne di Transilvanian Hunger. Veramente un biglietto da visita notevole; suonata in modo minimale dimostra anche che gli Iter Charontis sanno scrivere grandi riff. La successiva “Intritus Tempori Momenti” mi riporta alla mente le sonorità dei Nargaroth, la canzone dopo un inizio cadenzato sfocia in una sfuriata black condotta da un giro molto violento, poi i nostri decidono di inserire delle parti con chitarra stoppata e alcuni passaggi che però non si inseriscono alla perfezione nella canzone anche a causa di una registrazione che rende un po’ troppo evidenti i cambi. La terza “Audi Fletum” è un’altra traccia bellissima: riff minimale accompagnato dal basso che pulsa in sottofondo e il tutto condotto dall’ossessivo screaming di Zergo. La parte centrale vede il cantato trasformarsi in un disperato pianto/lamento mentre di sottofondo viene eseguito un triste arpeggio. Sicuramente una traccia che eguaglia in bellezza “Mors” e forse la supera per quanto è particolare. La demo si conclude con “Lux Personata Umbra” traccia lunga e a tratti morbosa nel suo lento e monocorde incedere. Una gran bel lavoro, ancora un po’ acerbo, ma che lascia intravedere delle capacità notevoli nel creare atmosfere fredde, cupe e oscure. I testi, tutti in Italiano, ci confermano il valore della band, speriamo che i problemi avuti fino ad ora possano essere solo un vago ricordo. Sappiate che al momento sul sito della band c’è l’intero demo scaricabile!

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