Gli Ewigkeit sono il progetto a cui si dedica ora James Fogarty (in passato in forza nei Meads of Asphodel, particolare band black) e “Conspiritus” è l’ultimo album uscito per un’etichetta prima che James fondasse la sua “Death To Music”, con la quale dichiara che autoprodurrà tutti i suoi futuri lavori. “Conspiritus” è un concept album basato su teorie cospirazioniste, in particolare su quelle di David Icke (il disco viene citato sul suo sito), noto autore di libri sulle cospirazioni secondo il quale una razza aliena intrallazzata coi potenti di tutto il mondo starebbe tramando nell’ombra per dominare sulla terra con un nuovo ordine mondiale (utilizzando come mezzi la politica, l’economia, le guerre, ecc ecc). Al di là di queste tematiche (sulle quali potete immaginare quale sia la mia posizione) delle quali James sembra essere piuttosto convinto, la musica contenuta in questo disco è tutto sommato interessante, sebbene soffra di alcuni punti deboli. Fogarty tenta infatti di mischiare elettronica e rock in diverse miscele ottenendo risultati disomogenei. Se il disco si apre infatti benissimo (dopo un’introduzione abbastanza inutile) con “It’s Not Reality”, un brano davvero coinvolgente che comprende chitarroni, tastierone atmosferiche e cantato urlato capace di entrare subito in testa, purtroppo poi questi livelli non vengono più raggiunti. L’elettronica spesso viene infatti messa meno in evidenza o viene utilizzata in maniera meno tamarra e in questi casi il convolgimento diminuisce (per esempio “Square Sunrise” ed alcuni altri pezzi mi ricordano un po’ gli Amorphis, che mi piacciono molto ma che sono un po’ lontani dal sound futuristico dei brani migliori del lotto). Peccato, perchè quando si pesta di nuovo giù coi sintetizzatori (come in “The Thought Police”, altra canzone che spicca insieme a “It’s Not Reality”) i risultati sono piuttosto interessanti, tuttavia molti pezzi presentano invece un approccio rock di stile meno moderno (ogni tanto vengono richiamati gli anni ’70) o degli arrangiamenti elettronici meno sfacciati del dovuto, il che fa perdere fascino al disco. Sono infine particolarmente apprezzabili e quindi da segnalare anche “Transcend The Senses”, traccia vagamente ambient, e la title track, che di elettronico ha poco ma che nel suo andamento un po’ etnico/tribale risulta carina.

Globalmente “Conspiritus” risulta quindi un ascolto gradevole, ma che lascia l’amaro in bocca perchè a mio avviso avrebbe potuto essere migliore se fosse stato lasciato libero sfogo alla parte più elettronica, che seppur quasi sempre presente spesso viene messa in risalto meno di quanto si sarebbe dovuto.

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