Inevitabilmente è giunto il momento che molti aspettavano da diverso tempo, ovvero quello di trovarsi di fronte al nuovo disco degli svedesi MESHUGGAH e cercare di spiegarsi come possa una band di tale calibro fare un album del genere dopo il fantastico “ObZen” del 2008. Andiamo con ordine. I “Meshuggah” ritornano alla carica dopo ben quattro anni di silenzio in cui molti di voi, sicuramente, avranno perso a spulciare in giro per le webzine della rete o nelle varie testate cercando di capire quando mai si fossero annunciati. Effettivamente la band ama i colpi a sorpresa vale a dire uscire di soppiatto senza dire nulla, così arrivano all’improvviso piombando come una pioggia di chiodi gettati dal cielo. Ma si sono fatti attendere e desiderare tanto per cosa? Per far vedere che facevano qualcosa invece di dormire sugli allori?

Il loro stile è cambiato notevolmente rispetto al disco del 2008, portando nel nuovo molta più elettronica e molti più effetti da sinth e dove sono finiti gli assoli interminabili di “ObZen” di cui ci siamo innamorati nella prima traccia di quell’album? Quei bei momenti di speed e virtuosismi che ci hanno regalato Mårten Hagström e Fredrik Thordendal si sono dissolti nel tempo per dare spazio ai suoni cosiddetti “commerciali” a cui generalmente si viene sottoposti se si passa con la Nuclear Blast e allora non risulta più essere roba di gran pregio ma esecuzioni con l’obiettivo di far soldi.Questo colosso datato 2012 è visibilmente distaccato dallo stile della meravigliosa “Bleed” dove vi sono contenute tutte le tecniche matematicamente perfette rese dalla massima pulizia dei suoni e della vocalità di Fredrik Thordendal, per tanto si può capire immediatamente al primo pezzo di KOLOSS che i Meshuggah sono cambiati in tutti i sensi e questo lo si può notare andando ad ascoltare i lavori indietro nel tempo dal 1989 in poi.

Insomma i cinque MESHUGGAH non faranno mai un altro capolavoro al di fuori di ObZEN che rimarrà per sempre infisso nella memoria degli appassionati di una band che ha saputo scandire dal 1989 fino al 2008 il controverso genere Technical-Post Thrash Metal. Questo ultimo lavoro seppur registrato in ottima definizione tuttavia non passerà inosservato perchè le nuove tecnologie musicali purtroppo prenderanno il sopravvento e forse di questo disco se ne tornerà a parlare senza dubbio fra dieci anni.

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