Avevo già conosciuto gli Xerion ai tempi del loro debutto ufficiale dal titolo “Nocturnal Misantropia”, avvenuto nel 2007. Sinceramente non ricordo l’impressione che quell’album mia aveva lasciato, ma per non ricordarla non penso che l’album in questione mi avesse particolarmente colpito ed infatti anche dopo riaverlo ascoltato non mi ha fatto sussultare. La band spagnola torna a distanza di tre anni con ““Cantares Das Loitas Esquecidas”, un album che nei metodi e nella sostanza è il naturale successore del loro debutto. I Galiziani sono autori di un black metal dalle forti tinte pagane, i testi sono scritti interamente in galiziano e il black metal più melodico si incontra con partiture dal sapore folk, che privilegiano l’atmosfera epica e battagliera al vero e proprio assalto sonoro, anche se non mancano momenti più taglienti e veloci come ad esempio “A alquímica dexeneración da ialma”. L’album è ascoltabile e a tratti anche gradevole, ma manca di quell’incipit, di quella scintilla, che potrebbe rendere il prodotto davvero interessante e longevo, perché quello che più penalizza il disco è la scarsa longevità del prodotto che dopo pochi ascolti diventa pesante da digerire e non perchè ci siano passaggi troppo articolati, ma perché l’album risulta alla distanza abbastanza monotono e ridondante, anche per via di una produzione troppo ovattata che appiattisce ancor di più il risultato finale di un album modesto e a mio modo di vedere troppo prolisso. Io, se fossi un fan sfegatato del pagan balck, un ascolto glielo darei, ma poi punterei decisamente altro.

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