Veri e propri alfieri, in patria, di un certo heavy metal di stampo melodico, gli iberici Warcry sono da alcuni anni in prima linea nella produzione di dischi cantati in lingua madre. Il successo ottenuto da loro, e da altre band come Mago De Oz, Tierra Santa, Saratoga e Stravaganzza, ha reso piuttosto facile il percorso della band nonostante una pesante cortina di indifferenza la circondi al di fuori del proprio paese d’origine.

Dopo il monumentale omaggio della Avispa con “Directo A La Luz” (doppio digipack del ’06), i Warcry sono chiamati ad una nuova prova in studio e questo “La Quinta Esencia” è il frutto di tale lavoro, un album di heavy metal classico nel pieno rispetto della tradizione Andalusa. Tutto ciò che ci si deve aspettare dai nostri è presente nel disco: brani veloci e dinamici, ritornelli ultra melodici, soli di pregevole fattura e liriche in rigoroso spagnolo, insomma tutto il necessario per i fan della compagine. Quello che non convince appieno, però, è proprio il processo di songwriting che, a volte, buca alla grande come nell’accoppiata “Un Poco De Fe”/”El Mas Triste Adios”, stanche riproposizioni dei soliti clichè del genere. Un episodio non isolato, purtroppo, che si ripete qua e la nel platter e che mina dalle fondamenta la riuscita finale di questo lavoro. D’altro canto, però, le qualità della band vanno evidenziate ed episodi di un certo valore come “Ulises” e “Buscando Una Luz” testimoniano che i Warcry non sono arrivati alle vette del movimento iberico per puro caso.
Un piccolo passo a vuoto, dunque, per Victor Garcia e compagni, arrivato purtroppo nel momento peggiore visto l’interessamento crescente delle nazioni latine (e non solo) nei confronti di questo tipo di sonorità. Il prossimo lavoro, a questo punto, è pressoché decisivo…

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