Tre anni di assenza dalle scene scavando, a fondo e con pazienza, nel meglio della propria perversa vena ispirativa. Il risultato, davvero lodevole, è il macigno che porta il nome di ‘Terrorize Brutalize Sodomize’. Un titolo sfrontato, eloquente che ricalca la personalità di una band che, attraverso un disco maturo ed oltranzista, si mantiene fedele ad un pubblico che la pretende ferma e costante. Se poi a queste caratteristiche si aggiunge, come nel caso di quest’ultimo lavoro, anche una forte componente qualitativa, allora i Vomitory non possono essere che i benvenuti.

Consci della situazione in cui si trovano, e ricchi dell’esperienza accumulata all’alba del sesto album, i quattro scandinavi non si risparmiano regalando al proprio pubblico quello che è un degno erede del precedente ‘Primal Massacre’. Dieci brani violenti e tirati che riproducono il solito flavour espresso dai Vomitory nella veste assolutamente più varia che siano mai riusciti a manifestare. I brani, pur pervasi dalla solita cappa opprimente, acquisiscono una buona dose di dinamicità spingendo ancor più che in passato nelle parti veloci che, però, questa volta risultano più intervallate formando un quadro più brillante e godibile. Senza mai incorrere in quei sentori di ripetitività rintracciabili in fondo ai lavori precedenti, aumentano mid tempos meravigliosamente gestiti al pari di assoli di buon gusto (spesso improntati su melodie orientali). Malgrado aggiunte tematiche, le dieci composizioni che caratterizzano il disco non osano mai tergiversare mantenendosi sempre asciutte e di splendida presa. Il resto è storia, nota, abusata da qualcuno, ma qui raccontata con perizia e capacità espressiva. Death brutale ed aggressivo a cavallo tra scena statunitense e svedese che, seguendo la scuola impartita dai maestri Cannibal Corpse, ha ben imparato a sposarsi con il groove di un certo thrash d’oltreoceano. Buone e di pari qualità le prove individuali al pari di una produzione perfetta per l’obiettivo perseguito.

Nessuna pretesa di apparire moderni, nè innovativi; voglia di picchiare per far male senza eventuali vie di mezzo; un’attitudine che non cambia di una virgola. E’ così che sono tornati i Vomitory per chi li ha seguiti ed attesi, per chi ama certe sonorità e per chiunque altro che, fortunato, deciderà di dare una possibilità ad un lavoro consigliato e meritevole di rispetto.

A proposito dell'autore

Post correlati