Vitalij Kuprij, gia Artension e Ring Of Fire, sembra proprio non poter togliere le mani dalla sua tastiera per soli cinque minuti.
Tra una collaborazione e l’altra, il virtuoso musicista ucraino trova anche il tempo per concepire questo suo nuovo capitolo solista, addirittura disponibile in edizione limitata in doppio cd contente i qui presenti “Glacial Inferno”, interamente strumentale, ed il disco bonus “Revenge”, in cui fanno la propria comparsa cantanti del calibro di Joe Lynn Turner, Goran Edman, Doogie White ed Apollo Papathanasio. Accompagnato dai soliti “mercenari” del virtuosismo fatto musica (Michael Harris alle chitarre, Randy Coven al basso e John Macaluso alla batteria), Vitalij Kuprij si gioca con questo doppio lavoro una chance davvero importante.
Innanzi tutto il materiale a disposizione: con “Glacial Inferno” ci si muove, ne più ne meno, su territori prettamente neoclassici, ovvero in quel luogo circoscritto ai cultori di un genere fatto di scale repentine, veloci, estremamente tecniche e melodiche. Il tasso tecnico messo in mostra, come spesso accade in questi casi, è di qualità eccelsa ed assolutamente inattaccabile. I musicisti intervenuti e lo stesso Kuprij, da questo punto di vista, sono di un altro pianeta e brani come “Divided Horizon” lo dimostrano apertamente. Dal punto di vista emozionale, però, “Glacial Inferno” deve fare i conti con tutti i problemi intrinseci degli album strumentali, a volte scontatamente prolissi ed abbastanza noiosi.
Altro discorso per “Revenge”, in cui le ugole che hanno fatto la storia di band quali Deep Purple, Rainbow, Malmsteen ed Evil Masquerade aggiungono all’estro ed alla classe del tastierista ucraino un tocco del tutto personale e subito riconoscibile. Anche qui, comunque, ci troviamo dinanzi ad un album che fa del metal prog di stampo neoclassico il suo unico punto di riferimento, ancorato a dei livelli tecnici di assoluto valore. “Burning My Soul” e la stessa title track possono benissimo rappresentare un campionario di soluzioni interessanti ed ispirate. Lo stesso songwriting di tutto il lavoro, comunque, risulta essere piuttosto fresco e molto dinamico, sempre attento al giusto connubio tra partiture strumentali e linee vocali intense ed ottimamente interpretate.

La media aritmetica tra i due lavori fa ottenere a questa doppia release una sufficienza decisamente abbondante, in virtù di un lavoro coinvolgente come “Revenge” e di un disco strumentalmente ineccepibile ma alla lunga stancante come “Glacial Inferno”. Il punto di raccordo rimane, come sempre in questi casi, il talento puramente tecnico del virtuoso ucraino…

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