Primo album dal vivo per i britannici Threshold attivi da più di dieci anni. Testimonianza live che ripercorre un po’ tutta la carriera del gruppo; sono presenti quindi brani tratti dal loro esordio discografico “Wounded Land” fino all’ultimo “Critical Mass” di due anni fa, registrati proprio durante il tour di supporto all’album avvenuto tra Ottobre 2002 e Giugno 2003.
Il presente doppio album dal vivo per come è strutturato è quindi una sorta di antologia live della band, essendo oltre tutto la prima registrazione live ufficiale. Infatti era già stato registrato un album dal vivo per i soli fan, che comunque è disponibile per tutti e ordinabile dal sito ufficiale del gruppo.

Dopo queste premesse le aspettative erano molto alte e non sono state affatto deluse. La registrazione è veramente ottima, pulita e l’esecuzione dei sei britannici è impeccabile e precisa; è quel senso di perfezione che mi ha dato un po’ fastidio a dire il vero: freddi, anzi freddissimi, nell’esecuzione.
Il coinvolgimento del pubblico se c’è stato nei loro concerti non è stato minimamente catturato, c’è qualche sporadica comparsata qua e là ma nulla di più. Per capirci meglio, la registrazione è talmente pulita da sembrare più una registrazione live in studio con qualche sporadica sovraincisione del pubblico.
Questa è l’unica critica che mi sento di fare al gruppo: poca interazione col pubblico o per lo meno troppo accennata. Per il resto la scelta dei brani è stata ottimale, anche se inevitabilmente qualcuno resterà un po’ deluso dall’esclusione di qualcuno dei suoi pezzi preferiti.

Nel primo CD vengono presentati in prevalenza i brani più aggressivi del loro repertorio, privilengiando il loro ultimo lavoro in studio con metà album. Da segnalare, per resa e bellezza, la veloce e dinamica “Long Way Home”, l’aggressiva “Oceanbound”, in cui avrebbero potuto interagire col pubblico nel ritornello, e la dolce “Falling Away”. Particolarmente belle e varie sono “Virtual Isolation” e “Innocent”, in cui forse sono riusciti a scaldare maggiormente il pubblico con quell’incedere prog frammisto al thrash di sicuro impatto.

Il secondo CD è indirizzato a brani più lenti e d’atmosfera. Infatti inizia subito con un po’ di riposo proponendo due lenti acustici, “Clear” e “Life Flow”. Ed è proprio in questi brani che i Threshold lasciano maggiormente l’amaro in bocca: queste canzoni erano adattissime per far cantare il pubblico. Scelta discutibile secondo me; sa troppo di compito svolto molto bene e poi tutti a casa, troppa distanza tra gruppo e pubblico.
La successiva “Narcissus” fa più da ponte tra i primi due lenti e la veloce thrasheggiante “Sunseeker”, dato che la prima parte del brano è un lento acustico che sfocia però in parti più dinamiche e aggressive. Di seguito quindi un brano lento, anche se con intermezzi più veloci, quale è “Latent Gene” che precede la bellissima e imprevedibile “Light & Space” e poi un altro lento “Sunrise On Mars”.
Si conclude con due brani tratti dal debutto Wounded Land, “Paradox” e “Sanity’s End” resi molto bene.

Per chi non conosce il gruppo questo live antologico è un buon punto di partenza. Per i fan l’acquisto è un obbligo.

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