“First And Last And Always” è un disco fondamentale per il dark (o almeno per quello che in Italia è chiamato così, visto che nel resto del mondo la definizione di comune utilizzo è “gothic”). Uscito nel 1985, con un ritardo considerevole rispetto alle previsioni, questo album è il primo full length delle sorelle (prima erano usciti solo singoli ed ep, poi raccolti in “Some Girls Wander By Mistake”), e molto probabilmente è anche il loro capolavoro. Lo stile della band è riconoscibilissimo: la voce è bassa e sofferta, il basso è pulsante e vitale, il suono delle chitarre è quell’inconfondibile “arpeggio elettrico” che tanti poi riprenderanno e la batteria è particolarissima, visto che è elettronica ma davvero efficace (addirittura, per la sua importanza, è nominata nei credits dell’album col nome “Doktor Avalanche”). Ci sono poi tanti altri elementi che arricchiscono ulteriormente il sound, come l’elettronica ed il pianoforte, ma la spina dorsale di tutte le composizioni è costituita da quanto appena descritto. Tutti questi elementi, così già ben definiti, saranno poi ripresi da innumenerevoli gruppi, dai miei adorati Anathema (basti pensare a “Sleepless” dal debut “Serenades” o all’intermezzo darkeggiante di “Restless oblivion” da “The Silent Enigma”) ai The 69 Eyes nuovo (ormai non più tanto) corso e compagnia bella, dimostrando così quanto le sorelle siano influenti ancora oggi (e questo aggiunge altro valore al disco, che comunque è bellissimo e non ha bisogno di “meriti storici” per palesare la sua caratura). D’altronde è impossibile resistere al fascino di canzoni come la title track, con quel retrogusto epico, per non parlare di “Black planet” (tra gli episodi più ritmati) o della emozionante “Marian (version)”. E poi ci sono “Walk away”, che si stampa in testa e ci rimbalza per ore come anche “Nine while nine” (per qualche strano motivo la mia mente ha legato assieme questi due brani), mentre invece “Possession” colpisce per la sua interpretazione sofferta. Ma potrei parlare anche dell’atmosferica “No time to cry”, della dura “A rock and hard place”, della umorale “Amphetamine logic” o della lunga traccia di chiusura “Some kind of stranger”. Non ci sono davvero filler in questo album, ogni brano è una perla perfettamente incastonata in quel diadema che è il disco. I testi sono poi molto belli ed adeguati a questo sound gotico venato di suggestioni acustiche ed elettriche, e lascio il piacere di scoprirli a chi li vorrà leggere.
Per quanto riguarda i dati più tecnici ci sono in giro due edizioni in cd, una vecchia che contiene dei mix dei brani diversi dagli originali, ed una consigliatissima ristampa recente che contiene il remaster del vinile originale ed anche diverse bonus track.

Insomma, “First And Last And Always” è un album bellissimo (nonchè storico) che tutti i cultori delle sonorità più atmosferiche ed oscure dovrebbero scoprire ed amare, soprattutto considerando che molti conoscono la fama dei The Sisters of Mercy senza però averli mai sentiti (tra l’altro provate a risentire “Fear of the dark” degli Iron Maiden dopo aver ascoltato la loro ben più vecchia “Temple of love” da “Some Girls Wander By Mistake”, potreste rimanerci male…), e questo è un vero peccato.

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