Tornano da Agrigento i Krushers, trio di grindcore/thrash che già ci aveva presentato tutta la propria selvaggia aggressività nel precedente demotape. Tempi di metronomo molto alti, esecuzione brutalmente furiosa, alcuni passaggi più tipicamente thrash in cui la velocità si sacrifica (nel senso che diminuisce leggermente, non che diventa veramente lenta) per un’aggressività incalzante: un grindcore ineccepibile. Tipico del thrash è anche l’uso della chitarra, anziché “alla punk” come nel grindcore canonico. Vale a dire: più riff fatti di palm muting e crunch, meno riff di sequenze di accordi. Per questo le sonorità possono ricordare a tratti gli Slayer dei tempi di Hell Awaits. Questo demo, dal titolo di memoria ellenica “Megaloi Theoi,” è assolutamente in linea con le caratteristiche dei Krushers appena riassunte, a cui aggiungiamo una produzione volutamente scarna per sottolineare l’aggressività e un uso della voce che tende allo scream, che una volta era tipico dei Carcass ed oggi ricorda piuttosto le molte formazioni di genere Black Metal. L’ouverture è una veloce, incalzante, senza pause “Hydrogen Robotz” già nota dal precedente demo “1985” – che, appunto, mi ha ricordato molto certe sonorità dei vecchissimi Slayer. Seguono “Thanatokrat” e “Fornication” che ci spiegano molto gentilmente che, in realtà, il brano precedente era lento, e ci forniscono i ritmi adeguati per un po’ di sano pogo e sano headbanging. “Hordes” meno furiosa e più incalzante, ci dà una specie di “pausa thrash” – anche questo brano mi ha ricordato certe sonorità di Hell Awaits. “Venenum in Ostia” è quello che mi è parso il brano più interessante del demo: sempre ossessivamente rapida, eppure piena di cambi di ritmo e di tema. La chitarra è molto in evidenza (credo che sia a causa del poco uso di palm muting). Seguono “Mein Kömmand” e “Thelema ctonia” (quest’ultima già presente nel precedente demo): entrambe tornano a strutture più semplici e tipiche del grindcore, tempi esasperati – quelli che costringono, a mo’ di pifferaio di Hamelin, al pogo ed all’headbanging. Chiude nominalmente “Thanatos/Final Attack” anch’essa riproposta dal demo precedente: un brano birichino, che comincia facendosi credere un puro thrash, lento e possente, ma dopo pochi secondi ci spiega che, per chiudere un demo di grindcore, è bene farlo con un ritmo forsennato. Insomma, se vi piace il grindcore, se non vi hanno mai spaventato i primissimi Napalm Death (non dico i Brutal Truth o i Terrorizer, non esageriamo, limitiamoci agli esseri umani) allora vale sempre la pena di prestare un orecchio a questo trio, e magari vedere cos’ha in serbo per noi in futuro.