“Days Of Nothing” è il debutto dei The Foreshadowing, band gothic-doom italiana nota soprattutto per avere in formazione Alessandro Pace (ex Klimt 1918 ed attualmente in forza nei Dope Stars Inc.). I brani contenuti in questo album suonano come una via di mezzo tra i Katatonia del vecchio e del nuovo corso e, sebbene ci siano richiami ad altre band come gli Anathema o i My Dying Bride, è sicuramente il primo gruppo citato il nume tutelare dei The Foreshadowing. Detto ciò i pezzi che compongono l’album, pur nella loro omogeneità, presentano un diverso dosaggio degli elementi caratteristici del genere suonato, per cui alcune volte sono più rallentati e sfibranti mentre altre volte risultano invece maggiormente dinamici ed “estroversi” (l’elemento comune è sempre una forte “atmosfericità” del tutto). Tra le varie canzoni si fanno notare particolarmente “Death Is Our Freedom” (il pezzo che mi ha colpito di più fin dai primi ascolti, accattivante e suadente), l’opener “Cold Waste” ed “Eschaton”, comunque tutto il disco si mantiene su un buon livello (sebbene la prima metà mi sia sembrata superiore rispetto alla seconda, che di brani veramente notevoli ha solo il conclusivo “Into The Lips Of The Earth”). L’unico problema di “Days Of Nothing”, e purtroppo non è un problema da poco, è che, pur risultando ben fatto, non presenta nulla di nuovo e non è riuscito a colpirmi molto in profondità, risultando alla fine un disco probabilmente non molto longevo.
Il debutto dei The Foreshadowing mi sembra quindi un lavoro che potrà essere apprezzato facilmente dagli appassionati del genere che cercano l’ennesimo disco di buona caratura devoto a queste sonorità, tuttavia non ci si aspetti un album particolarmente innovativo o capace di farsi ascoltare senza stancare per tanto tempo, perchè non mi sembra sia questo il caso.