Da Cesena arrivano i The fellowship of the ring, band composta da quattro elementi, che ci propone un demo con canzoni che affondano le proprie radici in quel pomp rock con venature progressive e sinfoniche tanto care a Bob Catley e ai Magnum. Il demo in mio possesso racchiude al suo interno solo sette brani, e mi domando il perché visto che leggendo sul sito web della band in realtà questo dischetto dovrebbe contenere dodici canzoni e dovrebbe essere stato registrato da sei elementi anziché da quattro. Escludendo questi piccoli dettagli, il demo in oggetto si rivela piuttosto debole all’ascolto: i brani proposti sono piuttosto gradevoli, ma fin dal primo ascolto si rivelano privi di quel “quid” che permetta loro di interessarmi. Le atmosfere proposte in “A legend of the elves” sono sognanti e malinconiche, ma purtroppo dopo un po’ stancano l’ascoltatore. I motivi sono tanti: la presenza di massicci tappeti di tastiera, a volte fin troppo invasivi; la voce di Annalisa che, non me ne voglia questa giovane cantante, si rivela priva di mordente e in alcuni passaggi si dimostra un po’ stonata, non riuscendo a far decollare i brani presenti all’interno dell’album. Altro punto a sfavore è inoltre la registrazione, assolutamente artigianale e casereccia, con pessimi suoni di chitarra, basso quasi inesistente e come già detto prima, tastiere troppo presenti. Insomma, non so se la band abbia sbagliato a mandarmi questo demo, viste le ottime recensioni che si possono leggere sul loro sito. A ogni modo, nonostante si capisca al volo che i quattro membri dei “The fellowship of the ring” siano dotati di una buona dose di feeling questo demo risulta piatto e noioso. Ottime sono le atmosfere di “The emerald bow”, che mi ricorda tantissimo il grande Bob Catley e della veloce “Red Dragon”; gli altri pezzi, ad esclusione dei vari intermezzi strumentali, davvero interessanti, si rivelano pesanti e soporiferi. Rimandati.

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