Finalmente un gruppo che fa deathcore in maniera decente!! Sulla scia di Job For A Cowboy ed Unearth, i The Dead Lay Waiting si pongono come una delle migliori realtà in un panorama saturo all’inverosimile di band clone senza un minimo di inventiva e di personalità. Ovviamente i richiami alla scuola del death metal svedese non si contano, Dark Tranquillity in testa, e questi, se rielaborati alla giusta maniera, colorano notevolmente un sound già di per sé brutale e sufficientemente variegato. Sono molteplici, infatti, gli stacchi in blast beat, così come quelli melodici, ma non melensi. Insomma, un mix moderno e fresco di influenze che i 5 giovinastri proveniente dalla terra d’Albione hanno saputo miscelare in maniera creativa e fantasiosa, facendo saltar fuori un ottimo album come il qui presente “We Rise”. I paradigmi contenuti nei dodici brani del disco ripercorrono a ritroso la strada cominciata qualche anno fa dai maestri del genere, quindi breakdown da moshpit, cavalcate furiose e al limite del black, aperture melodiche e voce urlata alternata a quella pulita. Ma per fare un buon lavoro non basta mettere questi elementi in un frullatore e miscelarli a casaccio, bisogna saperli dosare sapientemente, ed è proprio in questo che i The Dead Lay Waiting si distinguono dalla massa. Se la maggior parte dei gruppi prende dosi a casaccio degli ingredienti giusti, il quintetto inglese li mescola con sapienza e saggezza tipica dell’esperienza di tanti live show infuocati.
“We Rise” è un lavoro svolto con perizia e forte di un background non indifferente. Incredibilmente il tutto è condensato nei dodici brani con un calore ed una varietà che lasciano di stucco per quanto sono riusciti a fare cinque giovincelli. La Rising Records ci ha servito su un piatto d’argento quello che potrebbe essere un grande gruppo del futuro, se saprà farsi valere. Ma questo si potrà sapere solo tra un po’ di tempo. Intanto ciò che abbiamo in mano è un disco dal valore assolutamente tangibile e misurabile. Vale la pena dare loro una possibilità, nonostante la loro immagine sia quantomeno discutibile.

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