Jazz Spazz Grindcore. Audace ma calzante definizione utilizzata dai britannici Test Switch Isolator per descrivere una proposta spiazzante, asimmetrica che, in un’ipoteca pre-DEP, avrebbe fatto gridare al miracolo ma che oggi può stupire solo in sporadici casi di incredibile classe, gusto e maturità. Caratteristiche quasi ovvie che, però, in prodotti dall’elevato approccio personale come quello in questione acquistano decisamente peso andando a ledere in maniera piuttosto pesante le ferite causate da un’esperienza esile ed un conseguente modus operandi ancora acerbo.
Riuscire a calibrare con sobrietà e compostezza una miscela di grindcore, emo, jazz e sprazzi di follia pura è qualcosa di decisamente arduo e difficilmente ritrovabile in un esordio discografico, come testimoniano le esigue integrità ed identità di “Lets Dance”. Con l’aria di chi riesce genuinamente a divertirsi suonando in maniera, seppur obliqua, sempre naturale e digeribile, badando poco a regole di omogeneità forzata e spingendo a fondo su istinti ed ispirazioni da dissociazione, il quartetto fornisce un disco controverso e paradossale. E’ così che senza un filo conduttore, necessario per fare di un disco del genere qualcosa di importante, nessuno dei brani presenti sul disco segue una precisa struttura: il risultato è una compatta e breve sequenza di pezzi godibili e personali ma senza un’anima vera e propria. Spaziare da un grind impregnato di jazz alla Cephalic Carnage a ritornelli emo passando per momenti grotteschi e tributi a noise rock giova alla varietà di un lavoro, moderatamente stupisce ma è lontanissimo dal fare dello stesso qualcosa di assolutamente consigliabile e duraturo.
Sebbene la partenza sia apprezzabile e tutt’altro che catastrofica, per i quattro giovani britannici, di strada da fare , per arrivare ad un traguardo che simboleggia maturità e concretezza, ce n’è in abbondanza. Al momento chi riesce ad accontentarsi di sprazzi di genio , discontinui, in forme disparate ed ancora grezzi rivolga attenzione a “Lets Dance”; i sussulti non mancheranno.