La risposta più bella. Gli Slowmotion Apocalypse ritornano sulle scene a poco più di un anno di distanza dal precedente ‘My Own Private Armageddon’ dimostrando di essersi guardati allo specchio con l’umiltà e la volontà di chi sa di potersi migliorare. E’ così che i cinque musicisti friulani, forti di un briciolo di esperienza e cognizione di causa maggiore rispetto al debutto, ritornano in studio rattoppando gran parte dei buchi che inficiavano ciò che già era un lavoro potenzialmente esplosivo.

Inutile soffermarsi e disquisire sulle coordinate stilistiche di una band ormai stabilizzatasi su un flavour che, seppur inflazionato, ha sempre offerto frutti non trascurabili. Thrash-death tirato e moderno che, nel rinvangare con pericolosità pesanti influenze, riesce ad offrire in qualunque momento motivazioni per considerazione e rispetto. Unleashed, At The Gates e primi The Haunted rimangono, dunque, i punti essenziali di una proposta che non si è mai fermata alla mera riproposizione di temi già scritti, ma che qui trova nuova linfa e freschezza. Le leggere influenze hardcore-like che avevano caratterizzato MOPA vengono smorzate ed assorbite da un sound sempre più compatto e pesante nell’affondare il colpo. Un contesto quasi immutato nella sostanza ma pazientemente perfezionato nella forma come testimonia, su tutte le altre novità, l’apporto vocale di un Alberto Zannier perfetto nel cercare espressività e variazioni timbriche. Tutto ciò che non è stato sino ad ora citato risiede nelle acide melodie che si insinuano tra le strofe, un lavoro di assoli smussato in maniera lodevole ed una produzione senza evidenti nei. Arricchito dalle importanti presenze di Gianluca GL Perotti (Extrema) e Mr. Tompa Lindberg (spettacolare nella stupenda “The Blessing”), ‘Obsidian’ è un lavoro dalla competitività internazionale, maturo ed intelligente nel piacere al pubblico ed ai suoi coerenti autori che superano, con successo, il limbo delle buone promesse.

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