Non ne avete avuto abbastanza del nuovo cd di Slash uscito solo qualche mese fa? Siete ancora affamati di quel blues/sleaze che da sempre caratterizza le uscite del chitarrista americano più riccioluto della storia? Ed allora gustatevi gli Shot, band di base in quel di New York e che riprende molto fedelmente le sensazioni post-Guns N’ Roses di quel solista di cui Axl Rose non riuscirà mai a trovare un sostituto veramente degno (Buckethead è un personaggio, siamo d’accordo, ma proviene da generi molto più sperimentali). Ecco quindi iniziato il viaggio all’interno delle cinque canzoni (la prima, lo dice il titolo stesso, è solo un’intro) che compongono il primo Ep autointitolato degli americani Shot, i quali decidono di puntare tutto sul già sentito e su soluzioni già trite e ritrite da centinaia di band. Eppure questo dischetto della durata inferiore ai 20 minuti regala momenti estremamente validi, degni quasi dell’eredità che vorrebbe cogliere e con una venatura punk ed in-your-face che male certamente non fa mai. Se proprio dovessi trovare un punto basso o meglio, più basso degli altri, sarebbe la ballad “I Won’t Leave You Here”, esercizio relativamente fine a sé stesso che spezza un po’ il tiro del lavoro con un brano di 5 minuti di durata che potevano tranquillamente lasciare il posto ad una canzone più tirata. Ma in ogni caso, anche in questo pezzo emerge un vincitore: il cantante (nome), dotato di buon carisma e qualità vocali non ottime, ma sicuramente adatte allo scopo. Come da premessa, però, va detto che a spiccare tra tutto quanto è il guitarwork di Justin Best ed Hector Marin, coppia di chitarristi affiatata e compatta che costruisce degli ottimi intrecci lasciando in ombra tutto il resto, prima di tutto la sezione ritmica, qui costretta ad un lavoro estremamente basilare. Alla fine delle sei tracce totali di “Shot” la sensazione di aver ascoltato una cover band sotto falso nome si fa sempre più largo nella mia mente, ma è anche vero che brani del genere il buon Axl non li ha più scritti dai tempi del doppio “Use Your Illusion” e che il riccioluto Slash si sta risollevando solo ora dai fiaschi che sono risultati l’ultimo album degli Slash’s Snakepit ed il secondo dei Velvet Revolver. Quindi largo ai giovani, anche se dicono le stesse cose dei vecchietti!