Quando vario non è sinonimo di valido. Si scrive ‘Pure Motorized Instinct’, si può leggere come l’ennesima conferma che tentare di spacciare personalità, riunendo dodici brani di background e sonorità differenti, porta a nient’altro che ad anonimato e disorganicità disarmanti.
E’ quello che accade fruendo tutti in una volta i cinquanta minuti del secondo lavoro dei teutonici Scornage. Un disco diretto, violento, aggressivo, senza fronzoli che passa in rassegna il meglio della tradizione thrash mondiale, raccogliendo in questo piccolo, pesante particolare il suo pachidermico difetto. Brani che picchiano con idee sommarie, battendo senza colpire nè causare dolori, il cui obiettivo primario sembra quello di citare quanti più colleghi possibile. Ed è così che in un unico disco la tradizione thrash teutonica si riunisce con quella statunitense e svedese, passando per influssi death, e creando un calderone davvero confusionario ed assolutamente privo di identità. Il risultato è un disco pesante quanto molti e meno di moltissimi, il cui unico effetto sorpresa è costituito dal coraggio (sfacciataggine?) di unire suoni eterogenei e per niente coesi. Con una produzione troppo debole e senza un filo logico che sia degno di questo nome si passa dai Kreator ai Testament, dai Sodom ai Cancer non disprezzando At The Gates (plagiati selvaggiamente in “I Am Your Fear”) ed andando a scomodare, in maniera poco elegante, addirittura la tradizione del death melodico. Associazioni distaccate e divise in una maniera mediocre, alle quali dare un senso appare una missione impossibile. Impossibile quanto la possibilità di successo, durata ed attenzione dell’ennesimo disco contenente idee di altri, composte male e messe insieme peggio. Per chi si diverte con poco.