E la saga continua! Turilli e soci ci riportano nuovamente nelle “Terre Incantate” per narrarci il secondo ed emozionante capitolo di questa nuova avventura sbocciata con il precedente “Symphony of enchanted lands 2”. La lotta tra il bene e il male dunque non è ancora conclusa e questo nuovo “Triumph or agony” si rivela fin dai suoi primi ascolti come un album assolutamente epico e carico, tanto per rimanere in tema di cinema e colonne sonore, d’azione! Ormai da anni i triestini sono portatori di un genere difficile da riproporre e sebbene molte band abbiano provato a copiare il sound dei nostri, i Rhapsody, anzi Rhapsody Of Fire, continuano la loro evoluzione, aggiungendo un nuovo ed interessante tassello all’interno della loro discografia. “Triumph or agony” è un disco epico e drammatico, è un disco che sprigiona potenza ed aggressività, è un disco che piacerà sicuramente sin dal suo primo ascolto a tutti quelli che da sempre, come me, adorano la musica dei Rhapsody.

L’album parte alla grande con il solito intro maestoso e sinfonico che come da consuetudine apre i dischi dei nostri, mentre, in un crescendo continuo di musica, una voce sussurrata c’introduce all’interno di questa nuova avventura e quando meno ce lo aspettiamo esplode “Triumph or agony” che col suo incedere epico e maestoso, alternando parti sparate e veloci a stacchi marziali e corali, ci conduce diritti al ritornello, coinvolgente come non mai e al tempo stesso teatrale ed operistico. Si continua con una canzone più lineare ed immediata e veniamo travolti da “Heart of the darklands, mentre con la successiva “Old age of wonders” i nostri ci regalano una splendida ballad medievale, che, grazie all’uso dei flauti, mi ricorda moltissimo “Forest of the unicorns”. Ottime anche le altre due ballad presenti sul disco ovvero “Il canto del vento” brano in lingua italiana scritto da un Fabio Lione che, autore di una prova magistrale al microfono, raggiungerà il massimo della sua drammaticità con “Son of pain”, lento eroico ed appassionante che coinvolgerà l’ascoltatore in un continuo crescere d’emozioni. Ottime ancora sono le restanti “Silent Dream”, mid tempo molto diretto e con un ritornello orecchiabilissimo che porta sin da subito l’ascoltatore a saltellare qua e là e la successiva “Bloody red dungeons” che alterna liriche in italiano ed inglese a ritmiche cadenzate e stacchi epici e teatrali. Ovviamente l’album non può dirsi finito senza la mega suite finale: suddivisa in ben cinque parti e per una durata di sedici minuti esplode “The mystic prophecy of the demons knight” brano, assieme alla finale “Dark reign of fire”, manifesto del “film score metal”. Un delicato arpeggio di chitarra che fa da sottofondo a flauti ed archi c’introduce all’interno del brano che non c’impiega molto ad esplodere in una potente e lineare strofa adorna di cori ed orchestrazioni. Il brano prosegue tra accelerazioni e continui cambi di tempo mentre la parte centrale del pezzo vede i nostri interrompere la componente musicale del brano per dare vita ad una vera e propria parte narrata e recitata che vede ancora una volta l’intervento di Christopher Lee.

Che dire in più? Ancora una volta i Rhapsody ci confezionano un album superlativo che sicuramente farà la gioia di chi da sempre li ama, mentre ancora una volta non mancheranno la critiche da parte di coloro che da sempre si divertono a sparlare dietro ai nostri triestini! “Triumph or agony” è un album incredibile, assolutamente epico e dinamico! Un’ altra perla è stata scritta e ora non ci resta che vedere i Rhapsody Of Fire dal vivo!

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