Reckless Tide è il monicker di una band che fa rima con indecisione, profilo artistico poco delineato e con il solito discorso delle buone qualità inespresse. Temendo di perdere l’abitudine, dopo l’altalenante e pretenzioso debutto intitolato ‘Repent Or Seal Your Fate’, la band tedesca si ripete con questo nuovo ‘Hellraiser’.
La tracklist si apre con un tributo appassionato, riverente e sfrontato ai Testament di ‘The Gathering’ che, pur caratterizzando solo i primi tre brani e ricomparendo di tanto in tanto, riesce ad inficiare inspiegabilmente la qualità di un disco che ha in un’inspiegabile eterogeneità il suo punto debole. Da qui in poi pezzi incalzanti, veloci ed affascinanti, talvolta buoni, talvolti ottimi che si alternano senza nè un punto un cardine nè un filo conduttore che prescinda sonorità thrash sempre e comunque di estrazione differente. Si passa, con una disinvoltura che lascia interdetti, dallo Swedish (“Symbiont”) al made in USA passando per death melodico, trovate ironiche devote ai connazionali Die Apokalyptischen Reiter (“Kleemähendeäbte”) e i modernismi dell’esordio. Episodi gradevoli, potenziali hit ma testimoni, ancora una volta, dei limiti dei sei ragazzi teutonici nella costruzione di un disco che sia degno di questo nome. La doppia voce dona personalità ed intrapendenza ai pezzi, le asce si completano bene in un sound che rammarica e soddisfa ad episodi, facendo aumentare rancore, rabbbia e severità verso questo mucchio di potenziali hit accostate insieme.
In un contesto come quello illustrato, le qualità aggiunte costituite da una produzione magistrale e capacità tecniche apprezzabili non possono e non devono avere il compito di risollevare le sorti di un lavoro che, con un pò di furbizia, sarebbe stato da ricordare. Recidivi.