Forse i più attenti e accaniti fans dei Blind Guardian scorgendo il nome di Adrián Barilari si saranno ricordati di averlo letto o di averne sentito parlare a proposito de “La Cosecha Del Dolor”, bonus track della versione argentina di “A Night At The Opera”. Escluso quel gruppetto di persone che incuriosito da questa collaborazione ha cercato delle ulteriori informazioni sul cantante ed i pochissimi che già li conoscono, non mi stupirei se la stragrande maggioranza di voi sia arrivata fin quì chiedendosi chi diavolo siano questi Rata Blanca.
Bene, se vi dicessi che esistono fin dal lontano 1985, che sono uno dei gruppi più importanti di tutto il movimento metal latinoamericano, che hanno venduto milioni di copie, soprattutto naturalmente nei paesi di lingua spagnola, che hanno di conseguenza un seguito che noi europei (spagnoli esclusi, che li conoscono benissimo) neanche immaginiamo (suonare davanti a 30000 persone per un proprio concerto non è una cosa che accade tanto facilmente, no?) e che sono già oggetto di vari tributi basterebbe per darvi un’idea della loro rilevanza?

Il gruppo ruota da sempre intorno alla figura del talentuoso Walter Giardino, uno straordinario chitarrista dotato di una tecnica e di un gusto melodico non comuni. Della formazione classica, quella che loro stessi definiscono Mark II (giusto per sottolineare da dove partono le radici della loro musica) e che nel 1990 ha pubblicato il lavoro più famoso e di maggiore successo, “Magos, Espadas y Rosas”, ritroviamo in questo disco ben quattro elementi, con il batterista Fernando Scarcella, precedentemente nel gruppo di Giardino, i Temple, a fare da new entry.
Musicalmente i Rata Blanca propongono un heavy metal melodico ma anche sanguigno e sostenuto, che non disdegna di affacciarsi anche su lidi abbastanza movimentati, come ad esempio nella tirata “En Nombre De Dios?”, e che sebbene non brilli certo per originalità si lascia ascoltare con estremo piacere, grazie anche alla buona registrazione e all’eccellente prova del gruppo.
Tra i brani segnalerei la strepitosa “La Canción Del Guerrero”, che risale ai primi anni di vita della band e che incredibilmente non aveva ancora trovato spazio nelle loro pubblicazioni, “El Amo Del Camino” che inizia l’album in una maniera a dir poco travolgente e mozzafiato e la romantica ed intensa “Cuando La Luz Oscurece”.
Chiude l’album una nuova versione, acustica, di “Mujer Amante”, il brano forse più conosciuto dei Rata Blanca e che risale al già citato “Magos, Espadas y Rosas”.
Buona la prova di Barilari, una volta abituatisi all’idioma spagnolo, per noi poco comune, ma assolutamente scintillante quella di Giardino che nell’arco del disco ci regala delle prestazioni davvero spettacolari, con il suo stile perfettamente a cavallo tra il solismo immortale di Blackmore e quello più neoclassico di Malmsteen.

Insomma, un graditissimo ritorno per un gruppo storico del metal sudamericano, che mi sento di consigliare sia a chi già conosce la band sia a chi vuole cimentarsi in una nuova esperienza d’ascolto che, sono sicuro, non lo deluderà.

Vincenzo Buccafusca

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